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Auto elettriche in crisi. Perché allora lo Stato “vende” le colonnine.

Auto elettriche in crisi. Perché allora lo Stato “vende” le colonnine.

18 Ottobre 2023 2 Di Nunzio Ingiusto

Dal 19 ottobre si possono presentare le domande per agevolazioni per privati e condomini.

Di macchine elettriche se ne vedono poche in Italia ma il governo, che in verità non ha dimostrato grande passione per le questioni ambientali, ha lanciato il bonus colonnine. Un incentivo per convincere gli italiani a passare alle auto elettriche.

La data di avvio della promozione é oggi 19 ottobre e interessa anche i condomini. La colonnina personale diventa il lasciapassare per l’acquisto di veicoli destinati- chissà quando- a ridurre le emissioni di gas serra. L’Italia attraverso il PNRR vuole piazzare 20 mila punti di ricarica  sia in città che sulle  superstrade.

Il mercato delle elettriche è fermo e dobbiamo capire in che misura un paese con un parco auto vecchio risponderà alla promozione. L’operazione agevolazioni è, intanto, gestita da Invitalia. Quanto agli incentivi si prevede uno stanziamento per il biennio 2022-23 di 80 milioni.

In dettaglio: 40 milioni interessano le installazioni effettuate dal 4 ottobre al 31 dicembre 2022; 40 milioni per le installazioni effettuate nel 2023.

Per questa seconda tranche i “termini di apertura verranno comunicati con un avviso del Ministero dell’Ambiente”. Ora, però, le prime domande possono essere presentate sul sito di Invitalia (tramite Spid) dalle ore 12.00 del 19 ottobre alle ore 12.00 del 2 novembre 2023.

Il rimborso delle spese per l’installazione di colonnine prevede un contributo fino all’80% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 1.500 euro per gli utenti privati e fino a 8mila euro per i condomini.

L’iniziativa del governo va inquadrata in un mercato fermo. Bisogna  riflettere sulla mancanza di motivazioni degli italiani all’acquisto di auto elettriche. In Europa è il paese con meno vetture di questo tipo. Non ci si fida ancora ? Le colonnine sono utili, ma tutto il mercato delle quattro ruote  private green deve fare i conti con le case costruttrici, ovvero con i prezzi applicati e con una rete adeguata di officine, ricambi e meccanici che non ci sono. L’aspirazione verde comporta dei rischi. Il più grande, dopo che il governo ha messo 80 milioni di euro, è di vedere migliaia di apparecchietti attaccati al muro,  chiusi e chissà per quanto tempo.

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