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Nucleare si,no,ni e la politica si incarta

Nucleare si,no,ni e la politica si incarta

21 Marzo 2024 1 Di Nunzio Ingiusto

Un vertice a Bruxelles e il futuro aspetta.

Gli ambientalisti protestano ma l’energia nucleare è rientrata nelle strategie globali per la decrabonizzazione. È un argomento divisivo, ma riesce a mettere intorno a un tavolo i rappresentanti di 30 paesi al  Nuclear Energy Summit, organizzato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Bruxelles è stata la sede per far dire al capo dell’Aiea, Rafael Grossi, che la transizione energetica “non è un concorso di bellezza. È una lotta in cui dobbiamo utilizzare tutte le fonti energetiche disponibili, dispacciabili e prive di CO2 per decarbonizzare le nostre matrici energetiche il prima possibile”. Grossi è lo scienziato che va in Ucraina e poi da Putin per dire di non bombardare la centrale di Zaporizzia. Un’autorità internazionale. Ma quanto spaventa la parola nucleare? A Bruxelles con gli europei sono arrivati rappresentanti di Stati Uniti, Brasile e Cina. Ursula von der Leyen ha accolto tutti spiegando che la tecnologia nucleare svolge un ruolo importante nella transizione energetica pulita. ” Dopo la crisi energetica globale causata dall’invasione russa in Ucraina, molti paesi stanno riconsiderando il ruolo potenziale del nucleare”, ha detto.  Diciamocelo chiaramente: anche la politica sta facendo i conti con un peso ideologico che ha schermato la ricerca e gli usi non catastrofici di una fonte che ha interessato il fior fiore di scienziati. L’Italia è stato tra i paesi più brillanti nella fisica nucleare. Ora, non si tratta di oscurare le tragedie delle vecchie centrali in Ucraina, in Giappone, o i tanti incidenti nascosti. Chiediamoci piuttosto se  centrali con nuova tecnologia hanno provocato disastri e cosa è davvero accaduto per prima di  schierarci? A che punto è la ricerca per i reattori di terza, quarta, quinta generazione ? Quando se ne vedrà qualcuno in funzione o a che punto è la fusione ? Chi la sta facendo e che uso intende farne. Ci sono paesi in Africa che costruiscono centrali superando qualsiasi remora. Lo fanno per avere energia a basso costo. Se in Francia una centrale di terza generazione ha allungato a dismisura i tempi di costruzione e triplicato i costi, una ragione  “di sicurezza” dovrà esserci.

L’Europa ha tracciato lo schema della disputa nucleare si, nucleare no. Due Paesi guida come Francia e Germania hanno posizione antitetiche, mentre  in Italia per dire si alla ricerca e appoggiare la tassonomia europea che la finanzia, ci siamo stracciati le vesti già rattoppate da errori e ritardi in campo energetico. Destra, sinistra, centro hanno  sostenuto mozioni, documenti, disegni di legge in ordine sparso. Ammettiamo che il cammino delle fonti rinnovabili- importantissime e indispensabili- è lento ? Gli amici ambientalisti hanno la pacatezza per non chiudere ogni attività di ricerca ? La colpa del lento cammino, si dice, è delle lobby del gas e del petrolio. È il modo per autoassolversi e quindi incartarsi. Al summit di Bruxelles hanno ricordato che alla Cop 28 di Dubai, 22 leader mondiali hanno chiesto di triplicare la capacità nucleare entro il 2050. C’era un convitato di pietra che nessuno ha visto ? O – almeno su questo punto- è emerso un po di realismo ?

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