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Accoglienza turistica e più servizi per i piccoli Comuni

Accoglienza turistica e più servizi per i piccoli Comuni

20 Agosto 2023 1 Di Nunzio Ingiusto

Bando da 34 milioni di euro a disposizione dei centri con vocazione turistica. Il 23 settembre scadono i termini per presentare i progetti.

 

I turisti aumentano anno dopo anno, ma le infrastrutture non soddisfano la domanda. I piccoli comuni che hanno vocazione ad accogliere turisti sono migliaia ed entro i prossimi due anni hanno la possibilità di  spendere 34 milioni di euro per rigenerare i territori e sfidare l’ospitalità futura.

L’estate è il momento migliore per capire su cosa e dove intervenire per non deludere chi arriva in piccoli paesini per vivere giornate tranquille in ambienti lontani dai ritmi delle grandi città. Lo Stato  gli sta dando una mano a queste realtà diffuse con un fondo specifico.Nel 2022 una legge ha riconosciuto la necessità di incentivare con interventi innovativi di accessibilità ” tutti quelli a vocazione turistica” La classificazione terminologica non rende giustizia di quello che si trova  da Nord a Sud  ed é conseguenza  solo di principi e logiche amministrative.

I 34 milioni disponibili  sono stati suddivisi in 10 milioni di euro per il 2023 e di 12 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Il primo requisito per accedere ai finanziamenti è di avere una popolazione inferiore a 5 mila  abitanti, classificata dall’Istituto nazionale di statistica. La seconda è che la vocazione turistica deve essere « individuata dalla categorizzazione ISTAT”. Criteri burocratici che non sono facilmente riscontrabili nella realtà. Perché si può non essere classificati dall’ISTAT , ma avere centinaia presenze giornaliere in loco o accoglierle dai centri più grandi, attratte da particolari bellezze .

Al bando i Comuni possono partecipare singolarmente o in forma aggregata entro il -termine prorogato- 23 settembre 2023. Cosa possono proporre i sindaci ? La legge del 2022 dà spazio ad un ampio elenco di progetti che « valorizzino l’identità territoriale e la vitalità culturale » ma che siano altamente sostenibili. La storia dei piccoli centri oggi ce li presenta come agglomerati in buona parte cresciuti privi di pianificazione urbana o edilizia. I centri storici, in genere , hanno già goduto di finanziamenti per la tutela e/o la rigenerazione, ma fuori da essi si vedono contesti incontrollati. Con il nuovo bando si potranno mettere a posto le zone a rischio idrogeologico, creare aree attrezzate per il turismo en plein air, percorsi verdi, vie d’acqua, attrezzare porti, ridurre l’impatto ambientale del turismo con interventi sulla mobilità, parcheggi, mezzi non inquinanti.

Il senso di tutto ciò sta nella partecipazione dei piccoli comuni alla rete turistica italiana e nel l’opportunità di beneficiare di un generoso giro d’affari. Le piccole comunità, soprattutto di montagna, esprimono valori genuini di cui i turisti possono godere soltanto se quei sentiment  sono collegati anche ai bisogni della modernità. Le risorse economiche ora ci sono e farne buon uso può essere di esempio per le località più grandi. Per buona parte – va detto- sono attrattive, ma in buona parte sono in deficit di equilibrio ambientale e di tutela del territorio.

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