Passeggiando tra i cieli: il Museo dell’Aviazione di Malta
30 Ottobre 2023L’isola di Malta è nota principalmente come destinazione di vacanza balneare, ma offre anche numerose “chicche” storiche di grande valore, che meritano di essere scoperte.
Una di queste è il Museo dell’Aviazione, che dal 1995 rappresenta un importante punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo aeronautico.
Il museo, diretto da Ray Polidano, è gestito dalla Malta Aviation Museum Foundation, ed è parte di una più ampia rete di organizzazioni che hanno l’obiettivo primario di curare una collezione unica focalizzata sulla ricca storia dell’aviazione maltese. Fin dalla sua nascita, la Fondazione si è dedicata al meticoloso restauro e conservazione di numerosi velivoli, manufatti e documenti storici. “L’idea di creare un museo dell’Aviazione qui a Malta è stata – e lo è tuttora – un’idea semplice ma allo stesso tempo particolarmente impegnativa perché significa creare un legame ininterrotto e vivo con la Storia di questo paese e dei suoi vicini, in particolare l’Italia e la Gran Bretagna” spiega Polidano mentre ci accompagna nel nostro tour.
Il museo, infatti, oltre ad esibire aerei italiani ed inglesi possiede un archivio in cui è possibile, previa richiesta, accedere per consultare documenti di indiscutibile valore culturale e storico.
“Non è raro che ci contattino i parenti dei tanti piloti abbattuti qui a Malta, che siano italiani, inglesi, tedeschi, o appartenenti al Commowealth, chiedendoci maggiori informazioni sui loro cari o congiunti. Penso sia una maniera per tenere viva la memoria di tutte le persone cadute durante la Seconda guerra mondiale e di cui si sono perse le tracce nel corso degli anni”, prosegue Polidano.
Alla scoperta del museo
Inizialmente ospitato in due capannoni presso l’ex base della RAF a Ta’Qali, il museo da allora si è ampliato fino a comprendere altre due aree espositive: l’Hangar commemorativo della Battaglia di Malta e l’Hangar principale. Il museo vanta una collezione che include caccia a reazione, aerei di linea, elicotteri, motori aeronautici e accattivanti mostre di cimeli nonché aerei storici tra cui uno Spitfire ed un Hurricane, due dei caccia icona della Seconda Guerra Mondiale, a cui si aggiungono un Tiger Moth ed un Piper Cub, aerei di rilevanza storica riportati a condizioni di volo dal team del Malta Aviation Museum ed ora ospitati in un hangar dell’aeroporto internazionale di Luqa. Tra i relitti in attesa di restauro vi sono inoltre un Farey Swordfish e un Reggiani 2001.
Dopo aver esplorato i tre principali spazi espositivi del museo, ci si può rilassare nel tranquillo boschetto ombreggiato dedicato a Henriette Chevalier, eroina maltese che fornì cure e rifugio ai prigionieri alleati e agli ebrei fuggiti a Roma prima della sua liberazione nel 1944.
Nascita del museo, la scintilla di un’intuizione
All’inizio degli anni ’90 a Malta non esistevano né un museo dedicato all’aviazione né un’associazione che avesse lo scopo di restaurare aerei storici. La creazione di questo museo inizia con la scintilla di un’idea nata grazie al ritrovamento di un paio di coperture del carello di uno Spitfire abbandonate in un campo. Idea che successivamente diventa realtà grazie ad un inaspettato colpo di fortuna ed alla scoperta del relitto dello Spitfire IX EN199 in un deposito di rottami a Fgura.
L’evento, infatti, spinge un piccolo gruppo di appassionati ad intraprendere un progetto di restauro statico – ovvero di velivoli non idonei al volo- del relitto. Se la prima fase del restauro avviene in un umile garage per auto della famiglia Polidano, nel villaggio di Attard, le fasi successive vengono completate nella sua attuale sede di Ta’Qali, in un piccolo laboratorio dove, tra mille e difficoltà e con pochi mezzi a disposizione, il velivolo viene riportato all’antico splendore. Ma è durante la prima esposizione dello Spitfire in piazza San Giorgio a Valletta, durante le celebrazioni del 50esimo anniversario del V-Day, che il progetto prende lo slancio decisivo per svilupparsi e crescere. Da allora, il museo si è ampliato e oggi vanta dodici aeroplani completamente restaurati in esposizione. Inoltre, con il passare del tempo, invece di limitarsi a costruire velivoli statici, l’impegno si è spostato verso il ripristino degli aeromobili idonei al volo.
Il laboratorio, cuore pulsante del museo
Il museo è attivamente impegnato in tre progetti di restauro. Tra questo uno dei più importanti è sicuramente quello dedicato al leggendario Gladiator, conosciuto come “Charity”, che giocò un ruolo fondamentale nella difesa di Malta durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo impegno nel preservare e mostrare gli aerei d’epoca e le loro storie offre ai visitatori un’esperienza unica e coinvolgente.
David Polidano, pilota e ingegnere aeronautico responsabile del laboratorio, spiega: “ogni pezzo viene riprodotto esattamente nello stesso modo in cui l’aereo è stato assemblato dalla casa madre più di 80 anni fa. Per questo, progettiamo e realizziamo anche gli strumenti adatti a riprodurre in assoluta’ fedelta’ storica il velivolo.” Ed è anche per questo che nuovi strumenti di lavoro vengono costantemente aggiunti all’inventario. L’officina ora possiede la maggior parte di ciò che serve per trasformare un relitto in una macchina volante certificata. Anche la competenza ingegneristica del team è cresciuta, con il responsabile che lavora insieme a volontari che si dedicano al restauro dell’aereo.
Un museo attento all’ambiente
Sebbene il Museo rappresenti una testimonianza della storia passata, di certo la costruzione del suo nuovo hangar guarda al futuro, in quanto uno dei primi nel suo genere a porre particolare attenzione alla sostenibilità. Il progetto prevede non solo un moderno sistema di illuminazione eco-compatibile con pannelli solari che mira a migliorare l’efficienza energetica, ma anche la creazione di un nuovo serbatoio coperto adiacente all’hangar per raccogliere le acque di deflusso.
Organizzare la visita
La visita al museo offre diversi spazi ricettivi, tra cui una caffetteria, una cappella, un giardino commemorativo, e servizi igienici, per una superficie totale di oltre 3.677 metri quadrati.
Il museo è aperto tutto l’anno.
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