
Pelletteria, nuovo contratto: imprese e sindacati contro il dumping
02 Marzo 2021
Pelletteria, impresa e sindacato firmano il rinnovo del contratto di categoria
Una iniziativa di sistema per contrastare il dumping contrattuale allo scopo di qualificare tutta la filiera produttiva della pelletteria italiana, innalzando gli standard di sostenibilità sociale e le garanzie di qualità dei prodotti e dei processi.E’ questa la principale novità prevista dal Contratto collettivo del settore Pelletteria che è stato rinnovato ieri dalle associazioni di impresa e dai sindacati del settore.
Il contratto delle industrie manifatturiere delle pelli, circa 5.100 aziende con oltre 42mila dipendenti, è stato firmato ieri da Assopellettieri e da Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil e regolerà i rapporti economici e normativi tra le imprese ed i lavoratori del comparto fino al 31 marzo 2023.
Tra le novità del nuovo contratto, in particolare, proprio il contrasto al dumping contrattuale, inteso non solo e tanto come impegno morale e individuale, ma come iniziativa di sistema, tale cioè da coinvolgere tutti gli operatori del settore della pelletteria, dalle grandi aziende committenti alle imprese dei settori degli appalti e della sub-fornitura.
“La conclusione di questo percorso rappresenta un risultato importante per tutto il sistema della #pelletteria – spiega Franco Gabrielli, presidente di Assopellettieri – anche grazie all’introduzione degli ‘Accordi di confluenza’ saranno garantiti la legalità e la sostenibilità sociale dichiarando al contempo che tra le aziende di #pelletteria non c’è spazio per chi gioca sporco. Personalmente e a nome dell’Associazione ringrazio pubblicamente GUCCI per il sostegno e l’impegno profuso a favore della filiera produttiva in questa importante trattativa, anche consentendo alla Dottoressa Stefania Orselli, vice-presidente dell’Associazione e capo delegazione, di guidare la trattativa passo dopo passo con criterio e attenzione.”
Il dumping contrattuale riguarda sia gli aspetti economici che quelli normativi dei rapporti di lavoro, e provoca una situazione di distorsione della concorrenza, e non giova né alla crescita complessiva della qualità del lavoro nella moda né alla qualità ed al pregio delle produzioni e dei prodotti di pelletteria.
Da ultimo, ne risulta compromesso anche il valore della responsabilità sociale dell’impresa che rappresenta un vanto assoluto per i prodotti di moda del nostro Paese.
Dichiarazione di Paoloni Sonia Filctem-Cgil, Raffaele Salvatoni Femca-Cisl, Daniela Piras Uiletc-Uil
“Il rinnovo del contratto della #pelletteria – hanno dichiarato congiuntamente Sonia Paoloni (Filtem-Cgil, Raffaele Salvatoni (Femca-Cisl) e Daniela Piras (Uiltec-Uil) . rappresenta, per i suoi contenuti e per l’impegno nella lotta al dumping contrattuale, un esempio di buone e proficue relazioni sindacali atte a migliorare sia le condizioni di lavoro dei lavoratori che la concorrenza leale tra le aziende. L’accordo sulla competitività dovrà costituire un modello da seguire per tutto il settore della Moda e soprattutto un esempio di best-practice anche per le Istituzioni in assenza di un quadro normativo che possa porre fine al fenomeno della concorrenza sleale. Invieremo il nostro accordo al Governo per porre l’attenzione sul tema.”
Contro il dumping, gli accordi di confluenza e l’impegno dei committenti
Pertanto, in attesa che le istituzioni pubbliche facciano quanto di loro competenza per contrastare tale fenomeno, le Parti contrattuali hanno intanto assunto la responsabilità di indicare a tutte le imprese della filiera della pelletteria una via concreta che in tempi congrui possa consentire un miglioramento tangibile della situazione.
Tutto ciò agendo su due fronti:
- da una parte, per incentivare le aziende che attualmente applicano ai propri dipendenti i “contratti pirata”, sì è tracciato un percorso di progressiva confluenza nell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Tale percorso, concordato in sede locale tra le parti interessate tramite appositi “Accordi di confluenza”, avrà una durata massima triennale, ritenuto un tempo congruo per armonizzare le diverse situazioni.
- Dall’altra, le imprese committenti, cioè le grandi imprese della moda – ma non solo, inseriranno nei propri contratti di appalto e di fornitura l’impegno in capo agli appaltatori e ai fornitori (e ai sub-appaltatori e sub-fornitori) dell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale o, in subordine, l’impegno a sottoscrivere i suddetti “Accordi di confluenza”.
Si tratta di una iniziativa coraggiosa e di grande responsabilità per le aziende committenti e di un percorso molto impegnativo per tutta la filiera della pelle, che tuttavia viene proposto con convinzione da Assopellettieri e sindacati come strumento concreto per qualificare ulteriormente un sistema produttivo unico al mondo.
Ed anche Confindustria Moda, attraverso il suo presidente Cirillo Marcolin, ha salutato con favore il nuovo impegno inserito nel contratto di categoria.
“Voglio rivolgere un plauso convinto ad #assopellettieri ed alle imprese della pelle – ha detto Marcolin – per il loro coraggio ed il loro senso di responsabilità nell’indicare a tutta la filiera produttiva una via concreta per innalzare complessivamente i livelli di legalità e correttezza del sistema, secondo i principi della leale concorrenza e della responsabilità sociale delle imprese. Si tratta di un ulteriore esempio della qualità, della sostenibilità e dell’unicità che distingue la moda italiana nel mondo”,