Pentecoste di sangue in Nigeria

Commando armato in Nigeria uccide in chiesa fedeli riuniti per la Pentecoste

Riunirsi a pregare non è facile per i cattolici africani. Le chiese sono spesso lontane chilometri a piedi. Ma oggi ad Ondo, in Nigeria,  i fedeli erano arrivati numerosi per la domenica di Pentecoste, nella chiesa dedicata a San Francesco.

Quasi alla fine della celebrazione, un’esplosione e poi colpi di arma da fuoco. Un attentato ancora non rivendicato che ha provocato diverse vittime, forse 30 o 50, secondo fonti dei media locali.

Tra le vittime anche donne e bambini. Molti i feriti, portati in ospedale in gravissime condizioni.

Sembra, sostiene BBC, che  il commando di uomini armati, responsabili dell’attacco, abbiano rapito un sacerdote e alcuni fedeli. Mentre il sito nigeriano Legit, riporta la testimonianza di Padre Andrew Abayomi: “Stavamo per concludere la funzione. Avevo persino chiesto alle persone di iniziare ad andarsene. E’ in quel momento che abbiamo iniziato a sentire gli spari provenire da diverse parti”, ha raccontato il religioso. “Ci siamo nascosti all’interno della chiesa per 20 minuti”, ha riferito ancora padre Abayomi “Quando abbiamo capito che se ne erano andati, abbiamo aperto la chiesa e portato le vittime in ospedale”, ha aggiunto.

Si tratta del primo attentato verso una chiesa del sud, atto ancora non rivendicato. I sospetti ricadono, tuttavia,  sui gruppi jihadisti attivi nel nord della Nigeria. Una settimana fa era stato rapito il capo di una chiesa metodista insieme ad altri due religiosi nel sudest del Paese. Per rilasciarli é stato chiesto un riscatto di oltre 200mila euro. Sono ancora in ostaggio due sacerdoti cattolici, rapidi due settimane fa, a Katsina, stato natale del presidente Muhammadu Buhari.

Matteo Renzi, tra i primi in Italia, a commentare su Facebook il tragico evento: “Nel giorno di Pentecoste ennesimo attacco contro i cattolici in una chiesa in Nigeria. Ci sono anche bambini tra le decine di morti. Non interessa quasi a nessuno ma questa persecuzione è diventata una strage che continua nel silenzio. Piango le vittime, piango per le famiglie e piango per il cinismo di chi si disinteressa di questo genocidio”.