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Pisa, il fascino sconosciuto del Camposanto

Pisa, il fascino sconosciuto del Camposanto

11 Settembre 2020 0 Di Patrizia Russo

A Pisa, entrando in Piazza dei Miracoli, dall’arco storico di piazza Manin, è possibile vedere con un unico colpo d’occhio tutti e quattro i monumenti adagiati su un bellissimo prato verde: il Battistero, la Cattedrale, la Torre pendente e il Camposanto Monumentale. Questa visione è talmente bella e unica da aver fatto esclamare a Gabriele D’Annunzio “Questo è un miracolo!”

La visita al Camposanto Monumentale

Di tutti i monumenti presenti nella stupenda Piazza, il Camposanto è forse quello meno visitato dai cittadini e dai turisti, ma entrando si scopre che è ricco di capolavori e che racconta vicende, personaggi e curiosità. Dall’esterno si presenta come un muro monolitico e compatto interrotto solo dal portone di accesso. Varcando la soglia, ci si ritrova in un luogo mistico, dove spiccano il bianco del marmo e il verde intenso del prato, la perfezione delle linee del chiostro e un’atmosfera rarefatta. I rumori dell’affollata Piazza restano fuori della porta, quasi a preservare questo luogo mistico.

Il nome Camposanto deriva dall’idea che le sepolture effettuate con la terra proveniente dalla Palestina (Terra Santa) avrebbe avuto la miracolosa caratteristica di consumare le salme in sole ventiquattro ore. Da qui il nome Camposanto, poi divenuto di uso comune come sinonimo di cimitero.

Fino al tredicesimo secolo, la piazza all’esterno della Cattedrale era ricoperta di tombe di importanti famiglie pisane. Ciò portò l’arcivescovo Federico Visconti a donare il proprio terreno per la costruzione di un luogo adeguato che contenesse tutti i sarcofagi e le varie sepolture. Oggi, si presenta come un portico a pianta rettangolare con grande chiostro centrale in stile romanico pisano.

Pisa, l'interno del Camposanto (ph. In24/P. Russo)

Pisa, l’interno del Camposanto (ph. In24/P. Russo)

Questo particolare cimitero è un concentrato di storia della città di Pisa, quella storia che ha intrecciato contatti e relazioni con tutto il mondo di allora. Grazie al suo ruolo strategico di porto sul Mediterraneo, Pisa conobbe una straordinaria crescita economica e si impose politicamente su vasti territori stringendo rapporti commerciali con Tunisi, Costantinopoli, Gerusalemme.

Pisa, le catene dell'antico porto conservate al Camposanto di piazza dei Miracoli (ph. In24/P. Russo)

Pisa, le catene dell’antico porto conservate al Camposanto di piazza dei Miracoli (ph. In24/P. Russo)

All’interno sono visibili le catene del Porto Pisano di cui Genova si impossessò dopo la sconfitta di Pisa nella battaglia della Meloria e restituite alla città toscana nel 1860.

Nel Camposanto Monumentale le tombe di personaggi illustri (Fibonacci, Pacinotti) si susseguono ai pregevoli sarcofaghi romani utilizzati nel Medioevo come sepolcri di importanti famiglie nobiliari. Tuttora è utilizzato per la sepoltura degli arcivescovi continuando, così, il legame con la città di Pisa.

È un luogo ricco di arte; per decine di metri, lungo le pareti si dispiega, senza interruzioni, un racconto sacro per immagini. Una sorta di testimonianza storica scritta a più mani, dal Medioevo al Rinascimento, che ha coinvolto i più grandi pittori dell’epoca come Buffalmacco e Gozzoli. Camminando lungo gli interminabili corridoi si trovano grandi e pregevoli affreschi: quattro di essi raccontano la storia di San Ranieri degli Scacceri, che nasce da una famiglia di mercanti e conduce, dopo una vita libertina e dissoluta, alla chiamata. Già in vita, come mostra uno degli affreschi, compie miracoli. Muore il 17 giugno del 1161, giorno in cui viene tutt’oggi celebrato, in modo solenne, con la tradizionale Luminara e il Palio. San Ranieri diventa patrono della città di Pisa, sostituendo San Sisto nel 1824.

Pisa, particolare dell'affresco con il miracolo di San Ranieri (ph. In24/P. Russo)

Pisa, particolare dell’affresco con il miracolo di San Ranieri (ph. In24/P. Russo)

Questa “sostituzione” avvenne proprio perchè in quell’anno e nel giorno dedicato a San Sisto, il 6 agosto, la flotta pisana perde contro le navi genovesi nella battaglia della Meloria. Episodio che sancì la fine del predominio della Repubblica marinara pisana. Sentitisi traditi da San Sisto, i pisani gli preferirono San Ranieri. Altri importanti affreschi raffigurano il Giudizio Universale e l’Inferno.

Nel portico si aprono alcune cappelle devozionali tra cui la Cappella Aulla che custodisce il candelabro per incenso che ha dato a Galileo lo spunto per formulare la teoria dell’isocronismo del pendolo. Lo scienziato si accorse che il periodo di oscillazione di un pendolo è indipendente dalla sua ampiezza e cercò di trovare le relazioni tra la lunghezza e il peso del pendolo e il suo periodo; preludio dei suoi lavori sulla dinamica.

Camminare in questo luogo silenzioso è come leggere un volume di storia, sfogliare un libro di immagini, un intreccio di memorie, storia, arte e architettura.

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