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Roma è senza decoro. Perché Calenda attacca Gualtieri ?

Roma è senza decoro. Perché Calenda attacca Gualtieri ?

24 Giugno 2023 1 Di Nunzio Ingiusto

Le critiche del leader di Azione in una conferenza stampa dopo 600 giorni di Giunta Gualtieri. La delusione di romani e turisti nel vedere il degrado in tante zone della città.

 

Roma non è gestita come si deve e 600 giorni di amministrazione Gualtieri sono sufficienti per dire che nulla è cambiato rispetto alla precedente amministrazione. Carlo Calenda, leader di Azione e i suoi consiglieri comunali, sparano sul primo cittadino della Capitale. Lo attaccano sulle questioni più rilevanti ( pezzo forte della sua elezione ) racchiuse in due parole: decoro urbano. Roma ne è priva. La conferenza stampa di ieri del leader di Azione scuote i partiti della sinistra o sinistra centro, come meglio si preferisce. ” I cittadini di Roma aspettano ancora risposte su mobilità, rifiuti e ambiente mentre il sindaco non riesce a mettersi in connessione con la sua città. Dopo 600 giorni, ci è sembrato doveroso dire la nostra.” Alle ultime elezioni la lista Calenda ha preso il 20% dei consensi, risultato che oggi gli fa dire che il sindaco è un’ entità eterea. Scenda dal balconcino ed affronti i problemi della città : è sempre Calenda che parla.

Ora, senza alcun pregiudizio verso Gualtieri, il Pd o Calenda, Roma dal punto di vista ambientale e dei servizi connessi, effettivamente non è messa bene. I romani soffrono più di ogni altro, ma chi arriva da fuori resta deluso e amareggiato per le condizioni in cui si trovano le strade , molte aree a ridossso dei monumenti, le piazze, i giardini. Delle mega periferie meglio non dire. La Capitale della Nazione (Meloni dominus dicit ) si prepara ad appuntamenti internazionali e la recente visita della premier a Parigi ( assieme al Sindaco e al Presidente della Regione Lazio ) per sostenere la candidatura all’Expo 2030, suona come uno scherzo.
La politica deve misurarsi con i problemi reali. E a Roma solo chi non vuol vedere può sorvolare sulla mancanza di uno scatto amministrativo e gestionale da parte della giunta a guida Pd. Oltre alla decisione sul termovalorizzatore (arriverà tra tre anni e se tutto filerà liscio) e i fondi del PNRR ( ancora da spendere) in campo non ci sono grandi impegni per rimettere in sesto la città. Per gestire processi ed attività quotidiane occorrono capacità, strumenti e organizzazione. Sarebbe frivolo pensare che Gualtieri queste cose non le sapesse prima di essere eletto. Da quando è sindaco le avrà toccato con mano. Calenda dice di iniziare dall’Ama, l’azienda dei rifiuti. Deve “andare in Acea affinché sia garantita, a tutti i romani che pagano le tasse, una gestione corretta e manageriale”. Può essere una buona indicazione per superare l’inerzia del Campidoglio, ma non è sufficiente a ridare smalto alla Capitale. Sull’ambiente e sulla vivibilità urbana si gioca la credibilità di un ceto politico che nelle urne ha sconfitto la deleteria esperienza della giunta Cinquestelle. Il Pd a guida Shlein ha inserito- in modo meritorio-  la transizione ecologica tra i punti cardine del  programma. Al sindaco Gualtieri da Azione , non vengono fatti sconti nemmeno sui taxi che mancano, sull’operato dei vigili urbani, sui sindacati delle municipalizzate e dei dipendenti del Comune, sulle associazioni degli inquilini abusivi. Tutto confluisce in un piano straordinario di decoro urbano. Non sappiamo- e poco interessa- se l’attacco di Calenda è pretattica elettorale, smarcamento dalla sinistra-sinistra ( Shlein, Conte, Fratoianni), distanza dal Pd e via di seguito. Ha comunque centrato un obiettivo.  Ma  commette un’errore- a mio parere-  quando dice, Gualtieri ” faccia un  rimpasto della Giunta dando alla Capitale d’Italia una squadra di assessori di livello”. Un’espressione che trae in inganno i più maliziosi.
Se tutte le critiche servono a coprire un paio di nomi da piazzare in posti chiave della città, non ci siamo. Fossero pure Mandrake o Superman, Roma ha bisogno di serietà e di visione. Il sindaco Gualtieri ha la responsabilità di rimediare a situazioni intollerabili e non solo perché amministra la Capitale d’Italia, ma perché ha avuto ragione di un movimento confuso ed evaporato, che delle questioni ambientali, della sostenibilità urbana, del bene comune aveva fatto la propria bandiera. Gualtieri dimostri di averla raccolta quella bandiera e ripulita da tante fumisterie.
Se Calenda ricorda tutto quello che non va, è « uno stimolo a fare », piuttosto che rimescolare assessori o nominare nuovi manager nelle società partecipate.Il decoro di Roma è un diritto dei romani e di chi arriva in città. Per questo non può avere colori politici. 

 

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