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SuperLega Europea: il calcio trema

SuperLega Europea: il calcio trema

19 Aprile 2021 0 Di Fabio Carolla

SuperLega Europea, competizione elitaria da 12 club fondatori: tre le italiane. Intanto la UEFA minaccia: “Escluse da campionati e coppe”.

Trema il calcio mondiale.

Nella notte tra il 18 ed il 19 Aprile, la notizia bomba che sconvolge il mondo dello sport: 12 top club europei di calcio sono pronti a creare una nuova SuperLega Europea ad invito.

Ad annunciarlo proprio i 12 club fondatori: 3 spagnoliAtletico Madrid, Barcellona, Real Madrid – e 6 inglesiArsenal, Chelsea, Manchester City, Manchester United, Liverpool, Tottenham. Tre le italiane coinvolte: Inter, Milan e Juventus.

Proprio la squadra di Andrea Agnelli fra le maggiori promotrici di questa nuova competizione che conta di partire al più presto. Nel comunicato della società traspare la gioia per il prestigio che questa competizione creerebbe, in quanto coinvolgente fra i club più potenti e ricchi al mondo.

SuperLega europea: il format

Curioso il pattern della competizione. La SuperLega Europea vedrà giocare 20 squadre, di cui 15 fisse – i 12 club fondatori già noti, più altri 3 che si aggiungeranno –  e 5 variabili ogni anno “secondo criteri di ammissione”, si legge nel comunicato.

Le 20 squadre saranno poi divise in due gironi da 10, andando a giocare turni di andata e ritorno nel corso della fase preliminare del torneo. Ad accedere alle fasi successive saranno le prime 3 di ogni girone, direttamente classificate ai quarti, e le due vincenti degli spareggi fra quarta e quinta dei rispettivi gruppi.

Così facendo, i club coinvolti andrebbero a disputare un ammontare di minimo 18 partite internazionali (a fronte delle 6 in Champions League) fino ad un massimo di 24 partite – nel caso di squadra vincitrice della finale, passata per lo spareggio ai gironi.

Perché la SuperLega? E perché adesso?

All’uscita della notizia sulla creazione della SuperLega, il popolo del calcio ha chiesto a gran voce: perché la SuperLega? E perché proprio adesso?

Le motivazioni sulla creazione ci permettono di capire anche il perché dietro le scelte tempistiche. Ci sono due tipi di ragionamenti da dover fare: uno di tipo economico, ed uno di tipo sportivo – anche se fortemente legato all’ambito economico.

Partendo dall’ultimo, la creazione di questa coppa “elitaria” fra i 20 club più forti al mondo – obiettivo dichiarato – creerebbe maggiore competitività all’interno del torneo, ottenendola dall’alto livello di esclusività.

Difatti, i club fondatori – che in totale raccolgono circa 1 miliardo di tifosi in tutto il globo – lamentano la poca competitività della Champions League, modellata al fine di tenere solo per ultime le partite più importanti.

A questo punto è normale chiedersi: perché preferire la competitività – pagando il dazio dell’esclusività – ad un calcio più inclusivo, nel segno dei valori sportivi? Il motivo è economico e sposta il discorso sulla prima delle due ragioni elencate sopra.

GIi introiti e JP Morgan: la SuperLega è un investimento?

Nell’anno del Covid, i club di tutto il mondo hanno dovuto fare i conti con pesanti riduzioni degli introiti – basti pensare agli stadi chiusi o ai diritti TV meno onerosi – a seguito della situazione pandemica. Scenario questo che grava su pesanti deficit societari – debiti, per intenderci – già presenti all’interno delle amministrazioni.

Squadre come Juventus, Real Madrid, Liverpool e così via hanno da anni i conti in rosso, spesso per via di una poco saggia gestione delle risorse – i super stipendi dei calciatori sono un esempio.

Secondo questi club, la Champions non permetterebbe loro introiti maggiori, poiché riduce al minimo le partite competitive, quelle più appetibili per i tifosi – su questo si potrebbe fare il discorso circa la necessità o meno di tenere esclusive certi match, in modo da non creare una routine poco proficua.

La SuperLega modificherebbe questo meccanismo, permettendo ai club fondatori di giocare continuamente fra di loro, almeno una volta a settimana, anno dopo anno.Il tutto creerebbe un giro d’affari per circa 4 miliardi di euro, contro i 2 miliardi della vecchia coppa dalle grandi orecchie.

A garantire l’efficacia di questa lega, interviene JP Morgan, famosa banca d’investimento statunitense, che scommette con bonus una tantum dal valore di 3,5 miliardi ognuno. La scelta di JP Morgan è quella di sostenere una competizione di top club, sul modello americano della NFL. Il resto del mondo è scettico: non è chiaro il vero valore di questo investimento.

Le proteste: dal PSG a Boris Johnson, passando per Draghi

Non mancano le proteste e i primi dubbi. I primi ad intervenire sull’argomento sono state Paris Saint-Germain e le due tedesche Bayern Monaco e Borussia Dortmund, subito capaci di smentire le voci circa un loro coinvolgimento come club fondatori.

Risposte durissime anche da UEFA e FIFA che minacciano seri provvedimenti. Tra le varie mosse già preannunciate, l’esclusione dalle competizioni europee Champions League ed Europa League oltre che dai campionati nazionali, fino ad arrivare al divieto ai giocatori dei club della SuperLega di rappresentare le proprie nazionali.

Più personale, invece, l’intervento del Presidente UEFA Aleksander Ceferin che si dice deluso dal presidente della Juve Agnelli: “Mai visto uno mentire così. Mi aveva smentito le voci della SuperLega la sera prima. Gli avevo chiesto di parlare: ha spento il telefono”.

Reazioni che arrivano anche da fuori il mondo dello sport, con i vari premier internazionali scesi in prima linea. Emmanuel Macron e Boris Johnson si oppongono, con il ministro britannico che chiosa: “Faremo di tutto affinché questo non accada. È un danno per il calcio inglese”. Anche Mario Draghi è intervenuto sottolineando come l’interesse primario sia “la salvaguardia delle competizioni nazionali”.

Tra i calciatori, molti si sono detti contrari ed hanno chiesto una fretta risoluzione della situazione creatasi, in quanto dannosa anche per il morale dei vari spogliatoi. Contrario anche Bruno Fernandes, stella della nazionale portoghese e del Manchester United – club fondatore – che in una storia sul social Instagram sottolinea come l’emozioni non si possano comprare.

A poche ore dal match di Premier League tra Liverpool e Leeds, ha parlato anche Klopp che si dice “pronto a lasciare la panchina” nel caso in cui la SuperLega diventi realtà effettiva. Intanto i giocatori del Leeds sono stati visti indossare maglie contro la nuova competizione, richiamando all’origine – e destinazione – popolare del calcio.

Cairo: “Agnelli e Marotta come Giuda. Si vergognino”

In giornata, la Lega Serie A si è riunita per discutere le proprie mosse. La volontà dei club fondatori della SuperLega è di continuare a giocare nelle competizioni nazionali, ma i partecipanti sono divisi: il tema più discusso è la disparità economica che una lega così elitaria andrebbe a creare.

Seppur confuse le idee dei club italiani a seguito della notizia di Juve, Inter e Milan coinvolte nella creazione della SuperLega, tutti i presidenti si dicono profondamente delusi. Urbano Cairo, presidente della società Torino, accusa: “Agnelli e Marotta sono traditori. Come Giuda. Trattavano il rinnovo dei fondi in Serie A quando già sapevano di questa SuperLega: si devono vergognare”.

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