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Teatro e pandemia: tante poltroncine vuote nel 2020

Teatro e pandemia: tante poltroncine vuote nel 2020

16 Marzo 2022 0 Di Laura Saracino

Attività spostate online a causa della pandemia, il teatro ha lottato per sopravvivere a Covid-19: ecco le poltrone (non) occupate nel 2020.

Nel 2020, gli ingressi a teatro calano del 70% in tutta la penisola

“Teatro” è per definizione l’esecuzione di uno spettacolo dal vivo. È un’arte che non solo prevede un pubblico, ma che al mancare di esso cessa praticamente di esistere. La condivisione di uno spazio fisico è il motivo principale dietro alla chiusura forzata dei teatri nel 2020 per cercare di arginare l’impatto della pandemia Covid-19.

Con lo spostamento delle principali attività quotidiane e di svago dall’offline all’online, il settore dello spettacolo ha lottato per sopravvivere, senza che il risultato fosse sempre garantito.

L’attività teatrale si è arrestata all’improvviso con il primo lockdown generale nel marzo del 2020, nel pieno della stagione 2019-2020. La seconda ondata non ha permesso la ripartenza della nuova stagione 2020-2021, per cui tutti gli indicatori si sono mantenuti costanti con i risultati della prima metà del 2020.

Per quanto facile avere un’idea della crisi affrontata dai teatri su tutto il territorio nazionale, difficile è stimare l’entità del danno in modo puntuale. I dati SIAE raccolti tra il 2016 e il 2020 servono a questo proposito per fornire misure e ordini di grandezza in grado di comunicare efficacemente le perdite in termini economici, di pubblico e di chiusure di strutture e spazi destinati all’intrattenimento.

Teatro e pandemia, gli ingressi: la situazione nazionale e regionale

I dati relativi all’attività teatrale raccolgono informazioni sui settori della lirica, del balletto, del teatro di prosa, della commedia musicale, di spettacoli di burattini e marionette, del circo e di altre eventuali manifestazioni classificate come “arte varia”.

Il calo totale dovuto alla pandemia registrato tra il 2019 e il 2020 riguardante gli ingressi a teatro è pari al 70%, con il valore del 2020 fermo a quota 6,9 milioni.

L’indicatore degli ingressi registra il numero complessivo dei partecipanti alle manifestazioni per i quali è previsto il rilascio di un titolo d’accesso. L’andamento nazionale rispecchia i cali registrati regionalmente, seppur con differenze degne di nota nelle varie macro-aree geografiche di riferimento:

ingressi teatro pandemia 2019 2020

 

Il calo maggiore in termini assoluti è stato registrato in Lombardia, nel Lazio e in Emilia-Romagna, dove il numero di ingressi del 2020 è calato circa del 70% rispetto al 2019. In tutta la penisola il calo è stato comunque significativo anche in regioni come Molise, Basilicata e Valle D’Aosta, abituate ad un’affluenza minore alle manifestazioni teatrali dovuta sia alla popolosità inferiore della zona geografica sia ad una più ridotta quantità di spettacoli in programmazione.

Dai dati SIAE suddivisi per categoria di spettacolo, si evince come i settori più colpiti siano stati la lirica e il balletto, che hanno registrato un calo degli ingressi pari rispettivamente all’81% e all’80%, seguiti a poca distanza da commedia musicale e teatro di prosa.

Meno spettatori, ma anche meno spettacoli in cartellone

Gli ingressi sono sicuramente inferiori a causa delle capienze ridotte, ma un fattore fondamentale da considerare è anche il calo del numero totale di spettacoli andati in scena nel 2020, pari a circa 47mila, il 65% in meno rispetto all’anno precedente. In tutte le regioni, infatti, il numero di spettacoli in cartellone nell’anno 2020 non ha raggiunto nemmeno la metà di quelli che sono andati in scena l’anno prima. Considerare gli ingressi come fattore per analizzare l’andamento del settore teatrale permettere di avere un quadro più preciso della situazione, in quanto i dati sono relativi a quantità effettivamente registrate, non previsioni o stime di ordine di grandezza.

Con le nuove misure adottate nel 2021, la situazione generale potrebbe essere diversa al termine del secondo anno di pandemia; perciò, una nuova analisi alla luce di dati più aggiornati potrebbe segnalare una ripresa del settore o al contrario sottolineare se le abitudini degli italiani hanno subito un cambiamento duraturo che continuerà ad impattare in modo massiccio sul mondo delle rappresentazioni dal vivo.

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