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Verso il voto: si vendemmiano sciocchezze e falsità

Verso il voto: si vendemmiano sciocchezze e falsità

14 Gennaio 2018 0 Di Marino Marquardt

Da Sinistra a Destra al 5 stelle, alcuni appunti sparsi sulle schiocchezze e falsità che si sono sentite nella prima settimana di campagna elettorale.

Elezioni, è tempo di vendemmia di sciocchezze e falsità. Allora è il caso di mettere ordine nelle sgangherate proposte, nelle stupidaggini, nelle irrealizzabili promesse e negli equivoci partoriti dalla prima settimana di campagna elettorale.

 

Verso il voto: si vendemmiano sciocchezze e falsità

E’ il caso di fare il punto. E’ il caso di farlo non fosse altro per una questione di salute mentale. Troppi i confusionari e contraddittori input che hanno messo a rischio gli equilibri intellettivi individuali e di massa.

Detto ciò, ecco in breve gli elementi che – a detta di molti – hanno contribuito ad alimentare la confusione già presente da tempo sul palcoscenico politico. Si tratta di telegrafici appunti.

 

Unità delle Sinistre, il grande equivoco

Romano Prodi e Walter Veltroni

Romano Prodi e Walter Veltroni, in questa foto alla presentazione del nuovo Partito Democratico alla Fiera di Milano il 27 ottobre 2007 (ph. Giuseppe Cacace / Afp / Getty)

I Grandi Vecchi del Pd – Romano Prodi e Valter Veltroni – continuano ad imbrogliare con le parole e a nascondere dietro di esse i contenuti della insanabile divisione e della – al momento – non riducibile distanza tra Liberi e Uguali e il Partito di Matteo Renzi. I Due esortano all’unità della Sinistra sottacendo che il Pd renziano non è Sinistra e sottacendo che l’ex Capo Scout è un prodotto dei peggiori retrobottega democristiani della provincia fiorentino-aretina. Una continua mistificazione lessicale servita impudentemente ai cittadini; una provocazione in seguito alla quale i Due dovrebbero essere mandati a muso duro a quel paese. E dire che c’è chi fantastica il mancato Walter l’Africano prossimo segretario del Pd. Roba da matti…

 

Liberi e uguali, prime spaccature

Il presidente del Senato Piero Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini ai lati del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (ph. Aska).

Prime spaccature in Liberi e Uguali in seguito alle ipotesi di alleanze per le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia e prime frizioni interne in seguito alla sparata contro il M5s di Laura Boldrini. Una sparata del tutto inopportuna e fuori luogo. Una sparata censurata a muso duro da Pietro Grasso: “Non decidi tu le eventuali alleanze!”. Intanto, scongiurato l’accordo in Lombardia, il neonato partito resta sui carboni ardenti per la Regione Lazio. L’incerto sfogliare la margherita rischia di dar vita all’ennesimo equivoco della Sinistra e ha già creato evidenti malumori in quanti di alleanze col Pd renziano non vogliono sentir parlare. Il problema è questo: il governo regionale di Nicola Zingaretti è stato sostenuto anche dagli uomini oggi di Leu e fino a un mese fa del Pd. Ragion per cui riesce politicamente difficile oggi spiegare – da parte dei nuovi interpreti della Sinistra – l’eventuale No al sostegno della candidatura del Governatore uscente. D’altra parte c’è la vera mission di Leu, mission che è quella di tentare di distruggere Matteo Renzi in tutti i modi e su ogni campo di battaglia. La soluzione al problema – improbabile – potrebbe essere questa: Zingaretti strappi la tessera del Pd e si iscriva a Leu. Un colpo di scena e una provocazione che finirebbe con lasciare Renzi col fiammifero acceso tra le dita…

 

Centrodestra, uniti nella confusione

Vertice del Centrodestra Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) e Silvio Berlusconi (Forza Italia) a Villa San Martino, Arcore, Milano - 7 gennaio 2018 (Foto: Silvio Berlusconi su Twitter)

La foto ricordo del vertice del Centrodestra: Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Silvio Berlusconi (Forza Italia) a Villa San Martino, Arcore, Milano – 7 gennaio 2018 (Foto: Silvio Berlusconi su Twitter).

Indescrivibile, intanto, la confusione dalle parti del Centrodestra. Dopo la distensiva foto tra i tre Leader sorridenti sotto l’albero di Natale e dopo l’ipocrita annuncio di ritrovata armonia (effetti delle allora ancora non dissolte suggestioni natalizie) i Tre Sorridenti hanno ripreso a litigare su tutto e a gareggiare su chi sparava la sciocchezza elettorale più grossa. E la gara continua… Nessun programma, nessuna visione complessiva di società e di Paese. E sotto la cenere il fuoco del sospetto, quello che logora Matteo Salvini. Il Capo della Lega teme dopo il voto il tradimento del Frodatore di Arcore. Teme un eventuale accordo con Renzi.  Per non dire poi delle tensioni sulla scelta di chi dovrebbe guidare la coalizione e il Governo.

Insomma, se tra LeU e Pd è guerra dichiarata, nel Centrodestra è lotta sottotraccia, strisciante con qualche acuto lamento. Ma è pur sempre guerra.

 

M5s, (ufficialmente) indenne da polemiche

Beppe Grillo ricorso movimento 5 stelleChi se la passa meglio è il M5s, ufficialmente privo di polemiche interne. C’è la nuova posizione di Beppe Grillo che presta il fianco a più di un interrogativo e ci sono i congiuntivi e le spericolate quanto inopportune fughe in avanti di Luigi Di Maio a fornire un po’ di biada ai cronisti.

Inutile dire che gli attacchi dei renzusconiani contribuiscono a far crescere la “banda di disadattati”, espressione – questa – presa in prestito da Grillo. Il Garante pentastellato definì infatti così i suoi uomini. In fondo aveva ragione, questi sono “disadattati” in quanto non omologati agli usi e costumi della politica…

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