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Caso WikiLeaks: gli USA si appellano per l’estradizione di Assange

Caso WikiLeaks: gli USA si appellano per l’estradizione di Assange

02 Novembre 2021 0 Di Laura Saracino

Il 27 e il 28 ottobre a Londra si è tenuto il processo d’appello per l’estradizione negli USA di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks. Saranno necessarie settimane prima del verdetto a chiusura del ricorso in opposizione alla sentenza di gennaio scorso.

A coronamento di un decennio di udienze e battaglie legali, l’opinione pubblica e le organizzazioni giornalistiche sono in prima linea per reclamare la libertà di Assange e la salvaguardia della libertà di stampa contro il governo di Washington che vuole il giornalista condannato per spionaggio e fuga di informazioni classificate.

Una misura punitiva contro il giornalismo investigativo?

Le organizzazioni Reporters Without Borders e International Federation of Journalists parlano di rapimento e accusano il governo statunitense di portare avanti un atto persecutorio personale più che l’estradizione di un criminale.

Nonostante le dichiarazioni dell’ambasciata USA di assicurare l’assenza di rischio di maltrattamento di Assange, un’inchiesta di Yahoo News aveva già scoperto in passato piani dei servizi segreti che prevedevano il rapimento o l’esecuzione del giornalista australiano mentre si trovava in ambasciata a Londra.

Le manifestazioni che si sono svolte durante i giorni dell’udienza a sostegno della libertà protestano perché si cessi di attribuire una giurisdizione assoluta al governo americano anche fuori dal territorio dello stato soprattutto in casi come questi che diventano una vera e propria caccia all’uomo.

Anche Amnesty International, opponendosi alla richiesta di estradizione, chiede la caduta delle accuse per cui Assange è imputato e la scarcerazione del giornalista da parte delle autorità inglesi.

Come dichiarato dalla portavoce di Amnesty international Agnes Callamard ad Adn Kronos, nessuno dei sospettati dei crimini di guerra durante le guerre Usa in Afghanistan e Iraq è stato condannato o incriminato, mentre Assange, dopo anni dall’accaduto, rischia una pena di 175 anni per aver portato alla luce tali crimini.

Il caso Assange

Detenuto da due anni a Belmarsh, Assange era stato arrestato in Inghilterra nel 2019 dopo aver passato sette anni all’interno dell’ambasciata ecuadoriana a Londra, in fuga dall’estradizione chiesta dalla Svezia per accuse, poi ritirate, di violenza sessuale.

A gennaio scorso la decisione di primo grado di bloccare il trasferimento chiesto da Washington è stata presa dal giudice britannico Vanessa Baraitser, che aveva vietato l’estradizione poiché valutava troppo alto il rischio di suicidio del giornalista australiano.

Il trasferimento oltreoceano prevede infatti che Assange sconti la condanna nel carcere ADX Florence in Colorado, in regime di massimo isolamento.

Il giornalista è incriminato con 18 capi d’accusa contro il governo degli Stati Uniti secondo l’Espionage Act per la pubblicazione, avvenuta nel 2010, di 500 mila file segreti con informazioni riservate riguardanti le campagne militari in Iraq e Afghanistan.

La legge, risalente al 1917, considera atti di giornalismo come atti di spionaggio, non ritenendo valido l’agire di WikiLeaks per l’interesse pubblico.

Secondo il governo USA, tali informazioni minerebbero la sicurezza pubblica e rappresenterebbero un pericolo per tutto il paese.

Secondo i giornalisti e le organizzazioni per la salvaguardia della libertà di stampa, si tratta invece di uno dei più grandi servizi resi all’umanità e alla democrazia, un esempio di giornalismo investigativo, come dimostrato dai numerosissimi riconoscimenti che i giornalisti di WikiLeaks hanno ricevuto in questi anni per i servizi resi al diritto di informazione.

WikiLeaks: un archivio online opensource gratuito e generato dagli utenti

WikiLeaks, fondato nel 2006 da Assange, è un enorme bacino online di informazioni ufficiali censurate e ad accesso limitato, rese pubbliche ed accessibili a chiunque.

Si tratta di un software wiki, uno spazio cioè in cui i contenuti sono realizzati, messi in rete e modificati direttamente dagli utenti in modo collaborativo senza l’utilizzo di linguaggi di programmazione.

In quanto wiki, il sito è gratuito e libero, chiunque può diventare utente e modificare qualsiasi tipo di informazione già inserita da altri utenti.

Ad oggi la piattaforma è basata su cifratura e fact-checking da parte di un pool di esperti che decide giornalmente cosa pubblicare, condividendo in modo anonimo documenti sensibili su governi, politica e organizzazioni e mettendoli a disposizione del grande pubblico.

La libertà di accesso e di utilizzo di WikiLeaks e di altri software simili (come Wikipedia) è il punto fondamentale dell’etica hacker, un sistema di principi e finalità che regolano l’azione dei Robin Hood del web.

Spesso la figura dell’hacker può assumere connotati negativi, se si pensa alla violazione di sistemi di sicurezza e pirateria informatica.

In realtà, moltissime delle questioni attuali concernenti privacy, accessibilità e dispersione delle informazioni in rete sono state messe in risalto dagli hacker già agli albori di internet durante azioni anticommerciali e politiche.

Hacker, Giornalista, Criminale

In attesa della nuova sentenza che deciderà del destino di Assange, le organizzazioni a difesa della libertà di stampa sono attive sul web con hashtag e campagne di protesta per perorare la causa di WikiLeaks e di tutti i giornalisti che sono minacciati giornalmente nel compiere il proprio lavoro.

Se l’appello statunitense avrà successo, il caso sarà rimandato ad una corte inferiore per una nuova decisione. La parte che perderà in appello può richiedere un ultimo rinvio del caso alla Corte Suprema Britannica.

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