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Spelacchio diventa un libro che racconta storia e disgrazie dell’abete più sfigato di Roma

Spelacchio diventa un libro che racconta storia e disgrazie dell’abete più sfigato di Roma

01 Febbraio 2018 0 Di Francesca Pierpaoli

Edito da dei Merangoli Editrice, esce in questi giorni il libro “Pare che dorme… L’Iperbolica parabola di Spelacchio, l’abete più sfigato di Roma”.

Spelacchio non è solo un abete, anzi, l’abete più sfigato di Roma, ma anche e forse sopratutto un fenomeno sociale, social e di costume. Attorno ad esso si sono concentrate chiacchiere, prese in giro, polemiche ma anche tanta ironia. Da autentico VIP imperversa nella rete accumulando like come una star.
Spelacchio, alla maniera di Pasquino, parla in prima persona, ma più spesso a lui sono stati regalati disegni e affidati pensieri in rima o in prosa, in italiano, in romanesco e nelle più svariate lingue del mondo. E come per la Statua parlante, così per Spelacchio nottetempo la siepe ai suoi piedi viene ricoperta di ogni tipo di messaggi e oggetti, ma guarda caso la mattina successiva, come allora, vengono eliminati “per far pulizia”.
Come un Pasquino moderno, così Spelacchio risveglia l’ironia surreale, affettuosa ma pur sempre irriverente del pubblico romano che gli rende omaggio come fosse l’ottavo re di Roma che cinto d’alloro – non sulla sommità, ma ai piedi – languido e mesto “Pare che dorme…”.
Per questo Spelacchio, oltre che un nuovo Pasquino ed un fenomeno #social a livello mondiale, è ora diventato addirittura un libro, per la “dei Merangoli Editrice” curato da Easterino Alive, misterioso nickname di un autore che ha raccolto parole, post, fotografie su #Spelacchio e sul suo singolare fenomeno comunicativo.
Tre i capitoli: “Sympathy for Spelacchio” che raccoglie foto dei biglietti e dei messaggi lasciati a Spelacchio in queste settimane; “Spelacchio’s Social”, con le istantanee dei posto social su Spelacchio e “My Spelacchio”, con le foto di altri Spelacchi in giro per il mondo, per non farlo sentire troppo solo…
Un libro divertente, irriverente, con un retrogusto amaro. Un po’ come #Spelacchio.
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