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Aaron, il gigolò gentiluomo che lotta contro i pregiudizi

Aaron, il gigolò gentiluomo che lotta contro i pregiudizi

08 Ottobre 2018 0 Di Francesca Pierpaoli

La bella presenza c’è, senza dubbio. Incontro Aaron in un bar della Capitale ed arriva in perfetto orario, elegantemente vestito con un completo in grisaglia dotato di panciotto, qualche anello e un paio di enigmatici occhiali dalle lenti azzurrate, molto trendy.

Aaron di mestiere fa il gigolò, o meglio l’accompagnatore, ha un ufficio stampa ed è apparso sui giornali e in tv, a Uomini e Donne e più di recente a Pomeriggio Cinque di Barbara D’Urso. Ha deciso di fare coming out, ovvero di sdoganare l’immagine stereotipata che si ha di solito nei confronti di questo lavoro, di combattere i pregiudizi. Ci ha “messo la faccia”, come gli piace ripetere, per cercare di spiegare meglio al pubblico (e a nuove potenziali clienti) cosa fa un accompagnatore 3.0.

Come e quando è iniziata questa sua “carriera”?

E’ successo per caso. Dopo il liceo scientifico mi sono iscritto a Scienze Infermieristiche, ma ben presto ha realizzato che non era il percorso giusto per me. Così ho trovato lavoro in una pasticceria. Poiché ero andato a vivere da solo, avevo costante bisogno di soldi per l’affitto, ed ero alla ricerca di un secondo lavoro. Un giorno, mentre ne parlavo con la mia collega in pasticceria, una cliente mi ha sentito e ha detto che forse aveva qualcosa per me, così le ho lasciato il numero di telefono.

All’inizio pensavo si trattasse di fare catering, o dolci per feste di compleanno, invece lei mi propose tutt’altro. Questa signora aveva scoperto che il marito la tradiva, aveva già provato un paio di gigolò ma non ne era soddisfatta. Disse che le ero piaciuto e la cosa mi incuriosì, così uscimmo insieme. Da lì è iniziato tutto, perché lei mi presentò ad altre signore della Roma Bene in cerca di trasgressione e il mio giro di clienti si è ampliato.

Come si è preparato a questa nuova attività?

Ho seguito corsi di comunicazione non verbale, di salsa, tango e bachata, ho studiato inglese e francese e cerco di leggere e tenermi aggiornato. Devo essere in grado di adattarmi a ogni ambiente e sostenere ogni tipo di conversazione, se necessario. Poi ho creato un sito internet, www.aarongigolo.com in cui curo una rubrica rivolta alle donne, nella quale cerco di svelare tanti aspetti legati alla sessualità: dai club privè, ai sexy shop.

Il mio intento è cercare di capire le esigenze delle donne. Per fare questo lavoro è fondamentale l’empatia, mi piace entrare in sintonia con le donne, farmi rivelare cosa vogliono, cosa sognano e soddisfarle.

Che tipo di servizi offre?

I servizi nascono da esigenze diverse. Ci sono uomini che mi chiamano per sottoporre la loro fidanzata a prove di fedeltà, oppure donne che vogliono far ingelosire il loro compagno. Posso fare il personal shopper per un pomeriggio di acquisti, o lo chef a domicilio, prestazione che riscuote sempre molto successo. Mi piace cucinare, coccolare e far sentire la donna importante, in un ambiente a lei familiare. Lavoro non solo in Italia, ma anche in tutta Europa, specialmente con donne italiane che vivono all’estero.

Il mio lavoro inizia molto prima dell’appuntamento: tra messaggi e telefonate, possono passare anche giorni o settimane. Spesso vi è una fase di corteggiamento. Con le donne ci deve essere un gioco mentale, devi arrivare a far l’amore con il cervello prima ancora che con il fisico.

Qual è la sua clientela tipo?

Lavoro con donne dai 20 ai 60 anni, di ogni estrazione sociale. C’è la ragazza giovane, magari ancora inesperta, che mi chiede di aiutarla a scoprire la sua sessualità e si sente un po’ intimidita dalla mia figura. Così come c’è la donna quarantenne che ha consapevolezza del proprio corpo ed è in cerca di trasgressione. Come dicevo, l’empatia è la chiave per fare bene questo lavoro, entrare in sitonia con le donne che mi cercano.

Ci racconta un episodio curioso o imbarazzante?

Una volta mi chiamò un uomo che voleva chiedere alla sua fidanzata di sposarlo, ma prima desiderava testarne la fedeltà. Mi raccontò tutto di lei, i suoi gusti, la canzone preferita e organizzammo un incontro che appariva del tutto casuale: io la corteggiai intensamente, arrivammo a baciarci, ma poi lei si tirò indietro confessando di essere impegnata e innamorata. E pensare che il fidanzato aveva già prenotato anche la camera d’albergo! Per fortuna non è servita…

Un’altra volta mi sono trovato con una donna estremamente chiusa, imbarazzata. Non ero a mio agio, e al secondo appuntamento mi sono tirato indietro. Senza complicità, non ci può essere nulla.

Perché una donna, secondo lei, ricorre al gigolò?

La molla primaria a mio avviso è la solitudine. Non si tratta solo di sesso, parliamoci chiaro: una donna se cerca sesso sa sempre come e dove trovarlo, anche senza un gigolò. Spesso scatta la molla della trasgressione, o la curiosità.

Molto spesso però la donna vuole semplicemente sentirsi importante, coccolata, viziata. Scherzando mi piace dire che io lavoro anche grazie agli uomini italiani.

La sua famiglia sa che lavoro fa? Come ha reagito?

Certo, sanno tutto. Ho una famiglia molto unita, di tipo tradizionale, ho un fratello e una sorella. Loro rispettano la mia scelta.

I suoi guadagni sono registrati? E il costo delle prestazioni qual è?

Certo, emetto regolare fattura come organizzatore di eventi. Una serata va da 500 a 700 euro, mentre per un intero weekend ovviamente la tariffa sale.

Lei è fidanzato? Come pensa che una compagna reagirebbe a questo suo lavoro?

Sono single, ho avuto una sola storia importante quando avevo 19 anni. Credo che dopo la passione dei primi tempi un rapporto si basi su altri fattori…

In ogni caso, se trovassi una donna che mi conquista non avrei problemi. Ovviamente dovrà saper scindere tra quello che faccio e ciò che sono per lei.

In fondo anche Rocco Siffredi è felicemente sposato!

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