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Cemento armato, una giornata per la sicurezza degli edifici

Cemento armato, una giornata per la sicurezza degli edifici

01 Agosto 2016 0 Di Giovanni Capozzi

Una giornata per la sicurezza degli edifici: è l’iniziativa promossa da ingegneri e amministratori condominiali della provincia di Napoli per sensibilizzare i cittadini e fornire loro una corretta informazione tecnica e normativa

Cemento armato, una giornata per la sicurezza degli edifici

Gli ingegneri e gli amministratori condominiali di Napoli, promuoveranno dopo l’estate nei principali comuni della provincia e nel capoluogo una “Giornata della sicurezza” per sensibilizzare con info-point i cittadini sulla necessità di controlli periodici sugli edifici in cemento armato e per dare loro tutte le informazioni utili per avviare le verifiche: è il progetto a cui sta lavorando l’Ordine degli Ingegneri di Napoli, presieduto da Luigi Vinci. partner dell’iniziativa sarà l’Associazione nazionale amministratori condominiali (Anaci), presieduta a livello provinciale da Loredana Barbati.

Luigi Vinci

Il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, Luigi Vinci

Negli info-point saranno disponibili anche informazioni sui temi dell’efficienza energetica degli edifici, della sicurezza degli impianti e del loro adeguamento alle normative vigenti. Al progetto lavora un gruppo di cui fanno parte il segretario dell’Ordine di Napoli, Andrea Prota, i vice presidenti dell’Ordine Paola Marone ed Eduardo Pace, e Loredana Barbati, in rappresentanza dell’Anaci.

Oltre alla sicurezza, l’iniziativa è attenta anche alla necessità di salvaguardare il valore della proprietà immobiliare, da sempre la “cassaforte” più amata dagli italiani. Un edificio in cattivo stato di manutenzione, non aggiornato alle recenti normative, privo di accorgimenti per l’efficienza energetica rappresenta sicuramente un patrimonio il cui valore di mercato è destinato a scendere.

Trave in cemento armato, sicurezza edifici, ingegneri napoli

Trave in cemento armato affetta da carbonatazione: si notano le armature ormai allo scoperto e già fortemente corrose

Il cemento armato non è un materiale eterno: il suo utilizzo intensivo è relativamente recente (circa ottant’anni) e le conoscenze sul suo comportamento nel corso del tempo si stanno via via accrescendo. C’è – per esempio – l’insorgere della cosiddetta “carbonatazione”, fenomeno fisico-chimico, favorito da fessurazioni e crepe, che favorisce la corrosione delle armature in ferro che quindi perdono le loro caratteristiche di resistenza e tenuta meccanica, con effetti che possono anche sfociare in cedimenti strutturali. Manutenzione e monitoraggio sono dunque le armi vincenti per prevenire e contrastare questi rischi.

E non basta: in Campania un edificio in cemento armato su tre è stato costruito prima del 1971, quindi prima che la normativa prescrivesse accorgimenti antisismici.

E’ questo un motivo in più per promuovere una campagna di verifiche – spiega Andrea Prota, segretario dell’Ordine degli Ingegneri e ordinario di Tecnica delle costruzioni alla Federico II – : le nuove tecnologie ci consentono di controllare efficacemente e in modo non invasivo gli edifici e, se necessario, rafforzarli con soluzioni economicamente sostenibili e definitive. Ma occorre che i cittadini agiscano. Allestiremo dunque gazebo sul territorio per informare, senza allarmismi, i cittadini sul loro diritto/dovere di promuovere controlli e interventi.

L’iniziativa è stata annunciata nel corso di un convegno recentemente organizzato dall’Ordine di Napoli a Torre Annunziata, con la locale associazione degli ingegneri, dal titolo significativo: “Fisiologico degrado nel tempo del calcestruzzo cementizio armato”.

Molti edifici in cemento armato risalgono a oltre mezzo secolo fa – spiega Michele Di Lorenzo, primo presidente dall’Associazione Ingegneri di Torre Annunziata -: col tempo abbiamo sviluppato maggiori conoscenze tecniche sul cemento. Il suo stato di salute va monitorato nel tempo, senza allarmismi, per individuare gli interventi preventivi più idonei a garantire la sicurezza dei fabbricati, quindi a tutelare i cittadini.

Per l’occasione saranno distribuiti ai cittadini che si recheranno nei gazebo materiali informativi cartacei, che verranno diffusi anche in forma di e-book, scaricabili gratuitamente dalla rete. Verrà chiesto il patrocinio delle amministrazioni locali (anche per ottenere l’esenzione della Cosap per l’installazione dei gazebo) e, per la città di Napoli, la collaborazione delle Municipalità.

 

Gli obiettivi e lo scenario

Puntare sul consolidamento e la riqualificazione degli edifici – fanno inoltre osservare i professionisti del settore tecnico – è una scelta che può rilanciare l’attività del settore edilizio, da dieci anni in flessione.

Da qui la necessità di intensificare il dialogo con le amministrazioni locali anche per ottenere alcuni strumenti agevolativi.

Dal Comune di Napoli, per iniziativa dell’Ordine degli ingegneri – spiega il presidente Luigi Vinci – abbiamo ottenuto l’esenzione della Cosap, ossia la tassa sull’occupazione di suolo pubblico per l’installazione di ponteggi e impalcature, relativamente agli interventi per la sicurezza. Ora la nostra categoria auspica che il beneficio venga rifinanziato e che provvedimenti simili siano adottati anche da altre amministrazioni. A questo proposito, di recente – aggiunge Vinci – gli ingegneri, assieme ad altre professioni tecniche, hanno stipulato un protocollo d’intesa con il Comune di Napoli per individuare, tra l’altro, strumenti agevolativi e incentivanti la manutenzione edilizia del patrimonio abitativo e per analizzare e risolvere eventuali criticità nell’applicazione delle relative norme.

Attualmente, a sostenere il comparto delle costruzioni c’è solo la manutenzione straordinaria, ossia gli investimenti in riqualificazione del patrimonio edilizio, che rappresentano il 36,3 per cento del valore degli investimenti totali in costruzioni. Il settore della manutenzione ha fatto registrare, nel periodo 2008-2015, una crescita del 19,4 per cento, ma tale crescita riguarda soprattutto interventi sugli impianti o di tipo estetico, senza incidere significativamente su eventuali azioni di consolidamento strutturale. Professionisti e imprese sollecitano quindi dal legislatore nazionale e dalle amministrazioni locali anche nuovi strumenti – normativi e finanziari – a sostegno della manutenzione edilizia come volano per il rilancio dell’economia e per la sicurezza.

Dall’osservazione dei dati Istat emerge una considerevole vetustà del patrimonio abitativo: il 53,7 per cento delle abitazioni ha più di 40 anni (risulta costruito prima del 1970); un ulteriore 31 per cento è stato edificato nel ventennio successivo (1971-1990) ed il 7,4 per cento nel periodo 1991-2000. Tra il 2001 ed il 2011 è stato edificato il restante 7,9 per cento.

Va anche rilevato che le quote di patrimonio abitativo con più di 40 anni salgono rispettivamente al 68,7 per cento nelle città di media dimensione ed al 76,2 per cento nelle città metropolitane come Napoli (fonte Cresme).

 

Il ruolo degli Enti locali

E il ruolo delle amministrazioni locali? Nel 2015 – secondo dati resi noti dall’assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli Carmine Piscopo nel corso di un convegno organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Napoli lo scorso autunno – sono stati spesi 5 milioni per incentivare i lavori (3 per le somme urgenze e 2 per gli interventi in danno).

Nel 2015 gli interventi di spicconamento sono stati oltre mille. Nello stesso anno sono stati più di 700 i condomini diffidati dal Comune di Napoli per interventi urgenti di messa in sicurezza degli edifici.

Occorre inoltre – conclude Andrea Prota – che gli interventi di manutenzione o di miglioramento degli edifici siano attuati coordinando l’apporto di differenti figure tecniche. Non si può pensare, per esempio, di modificare in modo radicale la ripartizione degli spazi in un immobile, senza consultare uno strutturista. Ciò comporta naturalmente una serie di esigenze normative e finanziarie che attendono risposte su un versante che va oltre quello tecnico.

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