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I fossi di Livorno, un tesoro nascosto

I fossi di Livorno, un tesoro nascosto

31 Agosto 2016 0 Di Patrizia Russo

I fossi di Livorno, un volto insolito, una prospettiva diversa, osservare la città dal basso, navigando lentamente tra i suoi canali permette di avere una visione particolare dei suoi palazzi e dei suoi suggestivi angoli.

I fossi di Livorno, un tesoro nascosto

La visita di alcuni amici è stata l’occasione per fare un giro nei fossi di Livorno. Livorno è una città, con un’antica tradizione commerciale e portuale, che ha un fascino particolare, perché il suo cuore storico è circondato da canali, detti fossi in labronico, perfettamente navigabili, tanto da conferirle il nome di quartiere Venezia.

Dopo un doveroso bagno alla Torre della Meloria, nota oltre che per l’acqua limpida e cristallina anche perché è stata teatro della storica battaglia navale che vide coinvolta la flotta della Repubblica di Genova contro quella della Repubblica marinara di Pisa e che sancì la caduta di quest’ultima; siamo entrati a Livorno dal Porto Mediceo.

Livorno, la Fortezza nuova vista dal basso

Livorno, la Fortezza nuova vista dal basso (ph. Patrizia Russo)

La prima cosa che si incontra, oltre ad una enorme nave da crociera che ti fa sentire un microbo, è la Fortezza Vecchia, costruita nel XVI secolo. È un’elegante fortezza, in cui si pensi abbia abitato la contessa Matilde, che accoglie chiunque entri a Livorno, dal mare, dal 1521.

Livorno, il monumento dei 4 Mori

Livorno, il monumento dei Quattro Mori (ph. Patrizia Russo)

Poco dopo la Fortezza Vecchia si passa davanti ai Quattro Mori, monumento simbolo della città dedicato a Ferdinando I dei Medici, Gran maestro dell’Ordine militare di Santo Stefano e fondatore della città. L’opera, che simboleggia la vittoria sui pirati nei mari della Toscana, è composta dalla statua del Granduca che sovrasta, appunto, i quattro prigionieri incatenati rappresentati da statue bronzee.

Il percorso continua in un anello; farsi trasportare tra i canali permette di ammirare bei palazzi che appartenevano alla ricca borghesia ottocentesca e arrivare al Mercato delle Vettovaglie, costruito alla fine del XIX secolo in uno stupendo stile liberty.

Superato il Mercato e la Chiesa degli Olandesi, del 1864, appartenuta alla comunità olandese-alemanna, si passa vicino ad una delle cantine del Palio marinaro più conosciuta: quella dell’Ovo sodo resa ancor più celebre dall’omonimo film di Paolo Virzì.

Livorno le

Livorno, le grate del Voltone (ph. Patrizia Russo)

A questo punto del giro siamo pronti per entrare in quello che sembra un lungo tunnel: siamo sotto Piazza della Repubblica, o il Voltone, come ancora viene chiamato da qualcuno, che quindi è in realtà un enorme ponte coperto. Fluire lentamente sotto la piazza e intravedere il cielo azzurro da alcune grate rende il passaggio molto suggestivo.

Usciti allo scoperto ci troviamo sul Pontino (un’altra cantina del Palio marinaro che prende il nome dal quartiere che rappresenta) e davanti a noi si erge la Fortezza nuova, imponente struttura difensiva risalente al 1591.

In un silenzio interrotto solo dal rumore dell’acqua, raggiungiamo il quartiere Venezia, dove è possibile ammirare la chiesa di Santa Caterina, con la sua bellissima cupola, alcuni locali situati lungo il canale dove è possibile mangiare su palafitte per poi uscire di nuovo in mare aperto.

Mi piace molto viaggiare e devo dire che il modo migliore per vedere Bruges, Amsterdam è percorrere in barca i canali che l’attraversano, anche Parigi ed il classico giro sul bateau mouche, che lentamente attraversa la Senna, offre una suggestiva cornice coreografica.

Sinceramente non trovo molta differenza tra il giro effettuato nei fossi di Livorno e quelli menzionati. Certo cambia lo scenario, ma quello che offre Livorno non è da meno. Per esempio: il gioco di chiaro-scuro entrando ed uscendo dai ponti che ogni volta offrono uno sguardo differente sulle luci e l’atmosfera della città, la vista della Fortezza nuova, con il ponte d’accesso fatto di tre piccoli archi che si rispecchiano nell’acqua, le palme presenti nel giardino che si stagliano davanti, sono immagini molto belle. Forse cambiano gli occhi con cui guardiamo; quando siamo fuori casa tutto sembra più bello, più accattivante, perché non si vede un gran movimento di battelli che portano i cittadini ed i turisti a scoprire questo volto della città.

I fossi di Livorno, le palme della Fortezza nuova

Navigando lungo i fossi di Livorno: le palme della Fortezza nuova (ph. Patrizia Russo)

Un’altra riflessione che mi viene da fare è sul Mercato delle Vettovaglie, che strutturalmente non è dissimile dall’ormai famosissimo Mercato di San Lorenzo a Firenze, dalla Boqueria di Valencia o dal Mercado San Miguel di Madrid, solo per citarne alcuni.

Quante volte siamo entrati in questi luoghi è abbiamo apprezzato un pasto veloce con tapas e magari un buon bicchiere di Sangria o di Cava o ci siamo seduti agli enormi tavoloni dell’ultimo piano del mercato fiorentino e abbiamo condiviso il pasto con i tantissimi stranieri che ad ogni ora del giorno e della sera lo affollano?

Ricordo, durante i miei viaggi, che passeggiare per i mercati mi permise di avere una buona panoramica sulla tradizione culinaria che il paese poteva offrire. Inoltre, al di là dell’esperienza gastronomico-culturale che si prova camminando tra gli enormi corridoi, risulta anche molto divertente soffermarsi su uno o l’altro banco/vetrina per vedere i prodotti che vendono o le materie prime utilizzate che variano molto a seconda della cultura e delle tradizioni. Infine, la cosa bella di questi mercati è che oltre che dai turisti sono frequentati soprattutto dai cittadini, con cui è divertente anche conversare per chiedere qualche suggerimento! Purtroppo entrare oggi nel bellissimo e da poco restaurato Mercato delle Vettovaglie livornese non da la stessa sensazione di vitalità e piacere.

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