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Agrivoltaico: perché gli agricoltori hanno creato un’Associazione ?

Agrivoltaico: perché gli agricoltori hanno creato un’Associazione ?

15 Novembre 2022 1 Di Nunzio Ingiusto

L’agrivoltaico italiano chiude il 2022 con la nascita di un ‘Associazione indipendente nata per contrastare chi bloccava le installazione sui terreni agricoli.

L’agrivoltaico porterà l’agricoltura italiana a livelli di maggiore sostenibilità? Pochi mesi fa il governo di Mario Draghi ha emanato linee guida specifiche per poter installare pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli.

La querelle sull’opportunità di veder crescere nelle aziende agricole italiane l’energia alimentata dal sole andava avanti da troppo tempo, finché nella transizione ecologica non è stato stabilito cosa, come e dove, poter realizzare i nuovi impianti.

L’ Enea ha dato un contributo importante per tratteggiare i futuri investimenti e porre termine alle polemiche spinte da tutti quelli che non vedevano di buon occhio “l’invasione” dei pannelli sui campi.

Il perché l’agricoltura italiana dovesse essere penalizzata nel settore energetico con un NO ai pannelli, si accodava ai tanti altri NO che per anni hanno bloccato trivellazioni ( Giorgia Meloni, bontà sua, si è ravveduta) termovalorizzatori, gasdotti, pale eoliche e via discorrendo. Da questo punto di vista l’Italia è davvero un Paese bizzarro.

Energia, reti elettriche, alta tensione, elettricità (foto Pexels da Pixabay)

La fase acuta delle polemiche viene superata dalla nascita dell’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile (Aias) che colma anche un vuoto organizzativo nel mondo delle rinnovabili.

Esistono già tante altre organizzazioni a tutela di interessi legittimi in campo energetico ed ambientale.

L’agrivoltaico si diffonde in quanto sistema integrato tra produzione agricola ed uso di energia pulita prodotta con i pannelli. Le aziende agricole fanno investimenti a lungo termine combattendo, ma nel frattempo devono combattere l’aumento dei costi di energia. Impianti e produzioni di ortofrutta possono stare sullo stesso terreno.

L’Associazione riunisce istituzioni, altre associazioni di categoria e imprese di settore. Anche in questo caso l’Enea ha un ruolo determinante e nell’Aias si trova insieme a Eta Florence renewable energies, European energy, Rea-Reliable energy advisor, Rem Tec e Renovo bioeconomy.

Organizzazioni green per definizioni. Sono tutte strabiche nell’associarsi o la difesa dell’ambiente è in mano solo a determinate e rispettabili organizzazioni?

Nel ruolo di Presidente  dell’Aias c’è Alessandra Scognamiglio, ricercatrice Enea secondo cui  “un sistema agrivoltaico sostenibile presenta caratteristiche prestazionali tali da garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’opera rispetto alle tre dimensioni agricoltura, energia, e paesaggio“.

Gli  oppositori sanno, per esempio, che  l’ombra generata dai pannelli fotovoltaici riduce la temperatura del suolo e il fabbisogno idrico per le colture?

Il mondo agricolo dall’inizio della guerra in Ucraina sopporta l’aumento dei costi delle materie prime nonostante le buone tendenze a ridurre l’uso di fonti fossili come il gasolio.

Ora l’adesione all’Associazione è estesa a istituzioni, aziende, cooperative,  professionisti e sarebbe buona cosa se vi aderissero anche quei comitati “antitutto”.

La sostenibilità di un sistema agrivoltaico deriva dal valore aggiunto apportato alla produzione agricola, all’ambiente e al paesaggi – scrivono i promotori – nel rispetto e o nel miglioramento della biodiversità e delle qualità ecosistemiche dei siti.

Non c’è dubbio che vanno rispettate le linee guida emanate dall’ex Ministro Roberto Cingolani. Solo rispettando i criteri dello Stato il sistema può crescere e aiutare l’economia circolare. Come dare torto, a questo punto, a Enea e partner che giudicano infondati gli allarmi sul binomio agricoltura-paesaggio?

Tanto più che il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza ha previsto per i nuovi impianti più di 1 miliardo di euro di contributi. E’ facile dire destiniamoli ad altre strutture rinnovabili, come pure è stato detto, omettendo che in ogni Regione ci sono centinaia di pratiche bloccate per rinnovabili di ogni tipo. In agricoltura si deve fare tutto in fretta. E non è solo un auspicio.

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