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Luigi Di Maio abbatte il vecchio tabù. Da ora in poi alleanze al livello locale

Luigi Di Maio abbatte il vecchio tabù. Da ora in poi alleanze al livello locale

13 Febbraio 2019 0 Di Marino Marquardt

Contrordine ragazzi! Cade un altro dogma, si abbatte un altro tabù pentastellato: mai più da soli in occasione di elezioni locali, occorre cercare alleanze sul territorio.

Il M5s vuole assomigliare sempre più ad un partito. E Luigi de Magistris esulta…

Il M5s vuol cambiare pelle, vuole assomogliare sempre più ad un partito, vuole accettare le regole adottate dagli avversari. E’ proprio vero, l’esperienza insegna. E le mazzate pure…

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La svolta la annuncia su Facebook Luigi Di Maio, capo politico del M5s nonché vice premier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo. Lo fa usando un Italiano non stilisticamente perfetto ma comunque comprensibile. Una svolta che tuttavia non può fungere da alibi per la scottante legnata abruzzese annunciata con largo anticipo dai sondaggi.

“Ogni volta che il movimento 5 stelle ottiene alle elezioni locali un risultato inferiore a quello delle politiche – spiega Di Maio – c’è chi non parla d’altro che della sua fine imminente. Basta vedere i dati. Alle elezioni comunali di giugno 2017 abbiamo preso di media il 7,8% e poi dopo meno di un mese il 33% alle politiche. Poi a giugno 2018 abbiamo preso in media il 12% alle comunali. Quindi si mettano l’anima in pace perché non è così. In questi due giorni dopo le elezioni però ho riflettuto. Mi sono chiesto se fosse il caso di dire una verità che tutti nel movimento conosciamo, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire.

Dopo la Sicilia, dopo il Molise, dopo l’Abruzzo – continua -. Se non siamo riusciti a conquistare una Regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l’anima nel territorio per anni e che hanno fatto l’impossibile, è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo. Che come Movimento dobbiamo affrontare. Che io come capo politico del movimento 5 stelle intendo affrontare.

Pensate a come abbiamo affrontato le politiche – dice ancora -. Apertura a nuovi mondi con gli uninominali e la squadra di governo portandoci dentro tante competenze, coinvolgendo persone del mondo accademico, scientifico, delle forze dell’ordine, dell’imprenditoria e incontrando quotidianamente un’impresa per ascoltare i problemi veri delle persone. Anche le elezioni amministrative vanno affrontate con strategia e rigore.

Nelle prossime settimane – annuncia – presenterò agli iscritti del Movimento delle proposte da sottoporre a consultazioni online. Dobbiamo affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio.Questo processo non si concluderà dall’oggi al domani. Richiederà mesi e richiederà impegno da parte di tutto il Movimento per poi arrivare alla formulazione di proposte da votare su Rousseau”.

Ma non è tutto.

L’allarme rosso generato dalla recente legnata abruzzese e gli inquietanti scenari disegnati unanimemente dai sondaggi spingono Di Maio ad adottare immediate contromisure relative ai nuovi criteri di selezione dei candidati per le Europee del prossimo maggio. Definitivamente accantonato il principio “uno vale uno”, i candidati al Parlamento di Bruxelles-Strasburgo dovranno conoscere bene la lingua inglese ed avere titoli accademici. E chi più ne ha più ne metta.  L’Aristocrazia pentastellata è in embrione, Di Maio fa ciao ciao al “Vaffa” degli anni ruggenti…

13/02/2019  h.17.15

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