
Macché Jihad! Stiamo solo pagando il fio della nostra ignavia
21 Settembre 2019Non possiamo credere che attaccare un militare e un civile con le forbici gridando “Allah Akbhar!” sia il Jihad.
Macché jihad! Stiamo solo pagando il fio della nostra ignavia
Evitiamo di essere ridicolmente allarmisti: quelle aggressioni forbici o coltello in mano al grido di Allahu-Akbar ai danni di due nostri cittadini (un militare e un civile se non sbaglio) da parte di arabo-islamici isolati non sono atti jihadisti…
Il jihad é tutt’altra cosa:
- è un’azione militare spiritualmente meditata e tatticamente studiata, tutt’altro che improvvisata;
- mira al martirio e all’uccisione di quanti più infedeli è possibile uccidere;
- l’aspirante jihadista, prima di diventare “moujahid”, si affida a un padrino che accerta la bontà della sua intenzione e lo instrada tatticamente e spiritualmente;
- le azioni del moujahid vanno sempre a buon fine e fanno molto male.
Insomma il jihad é una cosa dannatamente seria, pianificata e non improvvisata, condotta con serafica calma e non d’impeto collerico.
Oltre ad evitare l’allarmismo di bassa lega, evitiamo anche di nasconderci dietro un dito e parliamo chiaro.
Quelle aggressioni appartengono alla stessa categoria di violenze più o meno gravi che si ripetono quasi quotidianamente (stupri o tentativi di stupro, furti, rapine, vessazioni varie) attribuibili alla tracotanza di uomini appartenenti a etnie (mi consta che le razze siano state abolite), più di noi avvezze ad abbandonarsi a comportamenti violenti.
E che in preda ai fumi dell’alcol perdono spesso ogni tabù fisico e morale, che sentono particolarmente forte la fregola sessuale, e che il nostro continuo «bidet» alla nostra coscienza per essere stati stati feroci crociati, rapaci colonizzatori e ora cattivi razzisti e xenofobi, unito al nostro continuo calar le braghe in ossequio all’obbligatorietà di un’accoglienza a senso unico, li induce a farsi lupi in mezzo a una popolazione composta da conigli e da donne facili.
Questo é il percepito di quelle persone, basta ascoltare quel che si dicono tra di loro nei capannelli in strada, nei bar o nelle moschee improvvisate, é tutta un’astiosa critica nei confronti dei nostri costumi: noi non siamo veri uomini e le nostre donne sono tutte disponibili (uso un eufemismo) perché a loro manca il vero maschio.
A Roma, ad esempio, nei pressi della stazione c’è una moschea improvvisata contigua ad un bar dove i frequentatori della moschea hanno decretato il divieto per quel bar di distribuire bibite alcoliche perché è “haram” (sacro divieto) venderle nei pressi di una moschea… e poi ci sorprendiamo per la tracotanza degli immigrati islamISTI (uso il suffisso ISTI per indicare i militanti dell’Islam integralista).
Non si tratta di organizzarci per contrastare il jihad, a quello ci pensano (o ci dovrebbero pensare) le Forze dell’Ordine e gli OIS, si tratta di cambiare registro comportamentale civico, perché se li obblighiamo con inflessibilità a rispettare le regole di casa nostra, quelli li, che di fronte alla nostra remissività, figlia di assurdi complessi di colpa, si sentono lupi e si permettono comportamenti spavaldi e violenti, nel giro di poco tempo diventeranno agnelli.