
Matteo Renzi, 40 mila euro nel Tfr per un lavoro mai svolto nella Azienda di famiglia
22 Febbraio 2019Tra quanti hanno tratto utili dalle scatole cinesi di Mamma “Lalla” Bovoli e Babbo Tiziano Renzi c’è anche Matteo, l’ex premier figlio della coppia. Un affaruccio da 40mila euro frutto di deteriore furbizia di marca democristiana. Non a caso Padre e Figlio hanno gettato le basi delle rispettive fortune economiche volteggiando tra i peggiori retrobottega scudocrociati e tra le più inquietanti sacrestie di paese.
Da co.co.co a dirigente della Chil alla vigilia della candidatura alla Presidenza della Provincia di Firenze
Un affaruccio da 40mila euro consentito dalla Legge ma moralmente esecrabile. Come lo sono spesso le furbizie. E i Furbetti di Rignano sull’Arno l’avevano studiata bene.
La diavoleria la racconta Marco Lillo sul Fatto Quotidiano.
Secondo l’Autore dell’articolo Matteo Renzi dovrebbe restituire, o meglio donare allo Stato, il Tfr percepito dalla società di famiglia e pagato dai contribuenti fiorentini. “Il trattamento di fine rapporto pagato a Renzi dalla Eventi6 (società delle sorelle e della mamma) nel 2014 quando Renzi, dopo una campagna del Fatto, si dimise dall’azienda dovrebbe ammontare a circa 40mila euro. La Chil srl, – ricorda Lillo – fondata da Tiziano Renzi, fu ceduta negli anni Novanta a Matteo – socio al 40 per cento – e a sua sorella Benedetta. Dal 1997 al 2003 Matteo è un semplice co.co.co senza diritto a pensione e tfr, come le due sue sorelle, Benedetta e Matilde. Lo stipendio di Matteo era di soli 14 mila euro lordi nel 2003, fino a ottobre. Il 17 ottobre 2003 lui e Benedetta cedono le quote alla madre, Laura Bovoli e al padre Tiziano. Il 27 ottobre 2003 la Chil di Laura e Tiziano scopre di avere bisogno di un manager e assume il suo primo e unico dirigente: Matteo Renzi. Il giorno dopo la Margherita di Firenze sceglie il giovane Renzi come candidato alla presidenza della Provincia. Il 13 giugno 2004 Renzi viene eletto e la Chil gli concede l’aspettativa.
Quindi, dal 2004 al 2009 la Provincia ha versato i contributi figurativi e dal 2009 al 2014 lo ha fatto il Comune di Firenze, quando Renzi è diventato sindaco. Ma l’ex Capo Scout non è il solo ad avvalersi dell’escamotage. Questo diritto è stato – ed è – talvolta usato da altri amministratori per ottenere una pensione e un Tfr che altrimenti non avrebbero mai avuto.
Un bell’esempio di raggiro legale, un bell’esempio di sottrarre legalmente denaro pubblico. Una scorciatoia per mettere insieme un po’ di soldi e una agiata vecchiaia. Tutto ciò non è serio! Ed è eticamente esecrabile!
22/02/2019 h.08.15