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Pace e cooperazione, la Cina rilancia (e finanzia) la Via della seta

Pace e cooperazione, la Cina rilancia (e finanzia) la Via della seta

14 Maggio 2017 0 Di Pietro Nigro

Passa per la Via della seta che unisce Est e Ovest il futuro della cooperazione e della pace: al via in Cina il Belt and Road Forum.

Pechino, il presidente della Cina Xi Jinping apre il Belt and Road Forum della Via della seta (ph. Xinhua).

La Cina rilancia la Via della Seta

Passa per la Via della seta il futuro della cooperazione, dello sviluppo e in definitiva della pace nel mondo: una via che unisce, che favorisce gli scambi economici e culturali, che fa progredire la ricchezza. Per questo la Cina finanzia il programma di cooperazione internazionale che porta l’antico nome della Silk road con altri 14,5 miliardi di dollari.

Ad annunciarlo, il presidente cinese Xi Jinping nel discorso inaugurale del Belt and Road Forum (BRF) per la cooperazione internazionale che si è aperto oggi a Pechino.

Forum al quale sono presenti tutti, ma proprio tutti i leader mondiali interessati alla soluzione che la Cina propone per stimolare la crescita globale e promuovere la prosperità per tutti: tra gli iscritti, 29 capi di Stato e di governo, manager, imprenditori, finanzieri e rappresentanti di istituzioni internazionali provenienti da 130 Paesi.

E poi il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim e il Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde.

E tra loro Vladimir Putin, uno dei più entusiasti per “Il progetto del secolo”, come lo ha definito il presidente cinese.

Si tratta di un ambiziosissimo progetto lanciato nel 2013. Per la Cina, che vorrebbe far dialogare in modo nuovo la sua economia in espansione con quelle di Europa, Russa, America e Africa, è una vera e propria sfida. Per alcuni ambienti diplomatici occidentali, potrebbe essere invece un modo, un massiccio e ben finanziato programma per espandere ulteriormente l’influenza della Cina nel mondo.

“Per migliaia di anni, e di chilometri – ha detto Xi – l’antica Via della seta ha incarnato spirito di pace e di cooperazione, apertura e inclusività, apprendimento e vantaggio reciproco. E quello spirito è diventato un grande patrimonio della civiltà umana”.

Ora, attraverso il programma Belt and road, la “nuova” via della seta collegherà idealmente paesi e regioni che rappresentano circa il 60 per cento della popolazione e il 30 per cento del PIL mondiale, con benefici che, per i leader cinese, dovrebbero essere condivisi da tutti.

Con la Belt and Road Initiative, insomma, la Cina vuole trasformare le leggende dell’antica Via della Seta in una storia moderna della crescita inclusiva e della cooperazione tra continenti.

L’iniziativa cinese non dispiace ai vertici delle Istituzioni internazionali. Antonio Guterres, l’attuale Segretario generale Onu, ha detto che Belt and Road “si inserisce in una visione condivisa per lo sviluppo globale”.

Ed anche la Casa bianca, attraverso il suo portavoce Sean Spicer, ha dichiarato che gli Stati Uniti continueranno a lavorare insieme alla Cina nella Belt and Road Initiative.

 

Sulla Via della seta scambi per 3 trilioni di dollari

I frutti di questa cooperazione, che a momento è probabilmente il massimo sforzo di collaborazione internazionale in corso, già si vedono.

Sono infatti almeno 40 i paesi e le organizzazioni internazionali che hanno firmato accordi con la Cina nell’ambito della Via della seta, e i loro scambi e commerci con la Cina hanno raggiunto tra il 2014 e il 2016 il valore di 3 trilioni di dollari Usa.

A sua volta, la Cina ha realizzato investimenti in quei paesi per 50 miliardi di dollari. Inoltre, le imprese cinesi hanno creato 56 zone di cooperazione economica in oltre 20 paesi, generando circa 1,1 miliardi di dollari di entrate fiscali e 180 mila posti di lavoro.

La prossima fase dell’iniziativa potrebbe essere quella delle infrastrutture, perché si sta pensando a corridoi economici, percorsi di trasporto terrestri e marittimi, con investimenti in autostrade, ferrovie, porti e condutture.

Ma soprattutto, nella due giorni di Pechino, i leader mondiali si confronteranno sulla “cornice”, sulle modalità con cui deve avvenire la cooperazione internazionale.

Oltre ad identificare le future aree in cui collaborare, infatti, occorre coordinare le politiche internazionali, anche innovando le normative esistenti su scambi e investimenti, per favorire l’integrazione dei commerci e dei movimenti finanziari e quelli delle persone.

 

Via della seta, altri 100 miliardi di Yuan

La Cina vuole dimostrare di credere in prima persona alla portata rivoluzionaria della Via della seta. Per questo, Xi ha annunciato l’intenzione del suo Paese di intervenire massicciamente a sostegno dell’iniziativa.

Sul piatto, altri 100 miliardi di Yuan, cioè 14,50 miliardi di dollari, di ulteriore investimento nel Fondo Via della Seta, 250 miliardi di yuan di China Development Bank a disposizione per investimenti, altri 130 miliardi di yuan di prestiti messi a disposizione dalla Export-Import Bank of China, e 60 miliardi di yuan offerti in aiuti ai paesi in via di sviluppo e alle istituzioni internazionali nei nuovi paesi della Via della seta.

Altri 300 miliardi di yuan serviranno per incoraggiare le istituzioni finanziarie ad espandere le proprie attività, 2 miliardi di yuan finanzieranno gli aiuti alimentari per le emergenze, 1 miliardo di dollari costituirà il fondo per la cooperazione Sud-Sud e 1 miliardo di dollari finanzieranno progetti di cooperazione nei paesi della nuova Strada di seta.

“Quella che speriamo di creare è una grande famiglia di coesistenza armoniosa – ha detto Xi – Quello che speriamo di realizzare è un nuovo modello di cooperazione vincente”.

Il che ha già convinto, oltre che il presidente russo Vladimir Putin, anche il primo ministro pakistano Nawaz Sharif, il primo ministro cambogiano Hun Sen e il presidente kazako Nursultan Nazarbayev.

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