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“Pellegrinaggio di pace”: il viaggio di Francesco in Iraq

10 Marzo 2021 0 Di Rebecca Gnignati

Baghdad, Mosul, Qaraqosh, la calorosa accoglienza delle città al Papa simbolo della sconfitta dell’ISIS.

“Pellegrinaggio di pace”: il viaggio di Francesco in Iraq

Papa Francesco arriva a Baghdad

Vatican Media

In Vaticano, nessuno voleva lasciarlo partire. In un Paese in cui gli attacchi terroristici sono ancora all’ordine del giorno, il rischio posto dalla pandemia sembrava l’ultimo degli ostacoli alla prima, storica visita papale.

Eppure, venerdì 5 marzo alle 14.00, il Papa é sbarcato all’Aeroporto di Baghdad, accolto dal primo ministro iracheno, Mustafa Al-Kadhimi, pronto ad affrontare un fine settimana denso di avvenimenti.

Francesco ha visitato Najaf, Ur, Erbil, Mosul e Qaraqosh, incontrando rappresentanti politici e religiosi in un viaggio simbolico sulle tracce della distruzione lasciata dal Califfato, dichiarato proprio a Mosul il 29 giugno 2014.

Il pellegrinaggio di Francesco ha avuto anche un forte sapore politico: la tappa a Najaf, sede dell’incontro con l’Ayatollah Ali al-Sistani, la più alta autorità sciita nel Paese, si iscrive nel dialogo interreligioso tra Islam e Cattolicesimo inaugurato dallo stesso Papa nel 2019.

Domenica tra Mosul e Qaraqosh: “il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola”.

Se a casa la visita era stata duramente ostacolata, a Qaraqosh e Mosul folle febbricitanti di persone hanno accolto il pontefice.

La Sua presenza in quella che fu la roccaforte dello Stato Islamico é vista come la fine di una nera parentesi di odio e persecuzione che ha forzato la migrazione di quasi mezzo milione di individui, tra cui oltre 120 mila cristiani.

Il Papa lo ha ricordato in occasione dell’incontro di domenica 7 marzo a Mosul, presso il centro di Hosh-al-Bieaa:

“Il tragico ridursi dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente, è un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle. In effetti, un tessuto culturale e religioso così ricco di diversità è indebolito dalla perdita di uno qualsiasi dei suoi membri”.

Sempre nella giornata di domenica, la più intensa della visita, Francesco ha ribadito più volte la determinazione a lottare contro “il terrorismo e la strumentalizzazione della religione.”

”Questo nostro incontro dimostra che il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola” ha detto il Papa alla Comunità di Qaraqosh, presso la semi distrutta Chiesa dell’Immacolata Concezione, e ha ribadito il suo credo e la sua speranza nel fondamentale bisogno di un senso di fratellanza tra le religioni.
“Non stanchiamoci di pregare per la conversione dei cuori e per il trionfo di una cultura della vita, della riconciliazione e dell’amore fraterno, nel rispetto delle differenze, delle diverse tradizioni religiose, nello sforzo di costruire un futuro di unità e collaborazione tra tutte le persone di buona volontà.”

Qaraqosh é la città sede della più grande comunità cristiana d’Iraq nella Piana di Ninive, teatro della tragedia degli ultimi cristiani sopravvissuti alle campagne del terrore di Al Qaeda da parte dell’Isis nel 2014.

Un pensiero per le donne irachene

Il pensiero del pontefice é andato anche alle donne irachene , che Francesco ha elogiato definendole “donne coraggiose che continuano a donare vita nonostante i soprusi e le ferite. Che le donne siano rispettate e tutelate! Che vengano loro date attenzione e opportunità”.

Parole il cui peso é particolarmente importante , dato che sono state pronunciate il 7 marzo, ovvero alla vigilia della Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne.

Ricordiamoci che in Iraq gli uomini hanno diritto, secondo il Codice Penale, a “punire” le proprie mogli oltre a potersi avvalere della scusante dell’onore in caso le “punizioni” sfocino in violenze ancora peggiori .

É improbabile dunque che Francesco abbia voluto spendere le proprie ultime parole a Qaraqosh a questo proposito senza ragione.

Il successo mediatico

Il viaggio del Papa, conclusosi lunedì mattina con il rientro in Vaticano, é stato indiscutibilmente un successo mediatico.

Al Jazeera definisce la visita “storica”, elogiando il coraggio di Francesco che non si é lasciato intimorire dal rischio di contagio pur di essere vicino a una delle “più antiche e perseguitate” comunità cristiane al mondo.

Secondo Martin Chulov, del Guardian, il “suo messaggio di tolleranza e dialogo interreligioso é stato lodato da tutti gli Iracheni, di tutte le fedi e credenze politiche.”

E ancora Marc Lowen, il corrispondente da Roma della BBC che ha seguito il Papa nella visita, ha descritto la gioia e il profondo simbolismo del viaggio, che, seppur ombreggiate dai timori per la sicurezza e per il rischio di contagio, sono stati prorompenti e molto sentiti dallo stesso Papa, che si é detto “molto felice di questa visita speciale.”

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