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“Quante volte Babbo…?” Parole da rifilare come sola o autentico rimbrotto?

“Quante volte Babbo…?” Parole da rifilare come sola o autentico rimbrotto?

17 Maggio 2017 0 Di Marino Marquardt

Affaire Consip, dubbi sulle intercettazioni tra Matteo Renzi e Babbo Tiziano. Gotor: E se fosse un regalo sapendo di essere intercettato?

Affaire Consip, “Quante volte Babbo”?

“Quante volte Babbo…?”. Conversazione da rifilare come sola a chi ascolta o autentico rimbrotto al Babbo pasticcione; sceneggiata messa su col contributo dell’amico Luca (Lotti, lo stesso che avvisò la Consip sulla presenza di microspie) o no; gioco delle parti o preoccupate raccomandazioni di un figlio al padre; polpetta avvelenata da offrire a chi ascolta o leccornia per chi l’assaggia…

I dubbi si affastellano attorno alla telefonata intercettata tra Matteo Renzi e il Babbo Tiziano.

E in tanti si chiedono: “Possibile che i Due siano tanto anime candide da parlare in quel modo al telefono? Possibile che in un mondo in cui ormai tutti ascoltano tutti il figlio di un indagato chieda al genitore sotto indagine di dire la verità sul numero degli incontri avuti con Alfredo Romeo, il Re Mida napoletano di origini casertane da marzo in galera perché accusato di corruzione, chiacchierato personaggio origine dei guai dello stesso Babbo?

Domande, dubbi legittimi. Interrogativi che assalgono anche gli ex compagni del Pd oggi sotto la nuova bandiera della Sinistra. Tra questi Miguel Gotor il più esplicito.

In un tweet che si chiude con un “#farsiunregalo” il bersaniano attacca a testa bassa.

Gotor (che è un professore universitario e non un tanguero come ironicamente il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lo aveva definito) parla senza peli sulla lingua.

Secondo l’ex piddino, Matteo Renzi si sarebbe fatto da solo un regalo usando toni e parole studiati a tavolino sapendo di essere probabilmente intercettato:

“Chi lamenta l’uso delle intercettazioni – afferma – dovrebbe sapere che, se sa di esserlo (intercettato ndr), le stesse intercettazioni si possono trasformare in un ottimo megafono difensivo”.

Quindi, per essere ancora più chiari, Gotor ricorre all’hashtag “#Farsiunregalo“.

Di certo “il regalo è evidente. Nelle conversazioni Renzi incalza il padre, gli chiede di dire la verità, si mostra estraneo alla vicenda e preoccupato che qualche frequentazione un po’ avventata del genitore possa essere strumentalizzata”. Parole come pietre che questa volta non arrivano soltanto dai soliti “scalmanati” pentastellati.

Comunque, sceneggiata o no, copione studiato a tavolino o no, dal colloquio telefonico si evince che l’ex premier oggi nuovamente segretario del Pd era al corrente delle iniziative paterne, iniziative di cui era al corrente anche la mamma.

Insomma nei tinelli di famiglia – sull’asse Pontassieve-Rignano sull’Arno – dell’Affaire Consip si parlava…

 

Polemiche sulla legittimità dell’intercettazione

Intanto si accende la polemica sulla legittimità giuridica della intercettazione.

Massmediaticamente il primo a porre la questione sul tappeto è Enrico Mentana nel suo Tg di La7.

Nel quotidiano barcamenarsi tra le opposte fazioni politiche il Direttore afferma che non è contemplato l’uso di intercettazioni verso quanti sono indagati di traffico illecito di influenze.

Sembra un attacco ai magistrati napoletani…

Mentana però non chiarisce che gli indagati in questione potrebbero essere intercettati perché sottoposti ad indagini relative a reati di altra natura.

Chiarimento che nella stessa serata di ieri farà l’ex presidente dell’Anm Piercamillo Davigo ospite di Floris a “diMartedì”.

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