Rampante azzoppato e rottamatore rottamato: Renzi punta a campare con la politica
27 Dicembre 2017Già promosso dirigente dell’azienda paterna prima della nomina politica (e contributi a carico dell’erario. Ora Renzi vuol diventare senatore.
Rampante azzopato e rottamatore rottamato: punta a campare con la politica
Miracoli della politica arraffatutto. Nel nostro Paese – pensate un po’ – c’è un Tizio dalle parti dell’entroterra della provincia fiorentina che – senza aver prodotto alcun Bene o Servizio per i cittadini – si è fatto pagare per nove anni dalla collettività i contributi previdenziali da dirigente d’Azienda. Nello specifico trattavasi di Azienda paterna a conduzione familiare. Azienda familiare dalla quale aveva ricevuto la promozione a dirigente pochi giorni prima dell’elezione alla presidenza della Provincia di Firenze. Cose & “coincidenze” italiane…
Dalle nostre parti – è noto agli addetti ai lavori – è del resto prassi procedere a posticce promozioni lavorative da parte di Aziende familiari (o di Aziende amiche) di dipendenti in odor di poltrona istituzionale. Un modo per avvantaggiare economicamente il destinatario del provvedimento e per scaricare nelle tasche dei comuni cittadini l’onere dei contributi previdenziali a favore del medesimo. Contributi previdenziali prima dell’elezione a carico dell’Azienda.
L’elezione del parente o dell’amico-lavoratore, insomma, come bonus contributivo da trasferire e scaricare dall’Azienda datrice di lavoro sulla collettività. Una furbata politica all’italiana autorizzata dalla vigente Legge.
In pochi sono consapevoli di questo giochino.
In molti elettori, invece, non c’è consapevolezza di questo meccanismo che in alcuni casi si traduce nel costo occulto del voto. Costo occulto rappresentato dallo sborsare soldi per contribuire alla formazione del tesoretto della futura pensione d’oro dell’eletto. Questione di pochi centesimi pro capite, certo. Ma il principio che regola la giostra è marcio.
Detto ciò, lo stesso Tizio di cui sopra, ora vuole riprovarci e sogna di poter continuare a campare di politica. Ieri da rottamatore in corso d’opera rottamato, oggi da azzoppato giovane rampante, domani da pensionato benestante.
Vuole riprovarci, l’ex Capo Scout, senza aver prodotto – come detto – né Beni né Servizi per la collettività nelle vesti di presidente della Provincia del capoluogo toscano e nel ruolo di sindaco di Firenze.
E vuole testardamente riprovarci anche dopo aver contribuito nelle vesti da premier alla precarizzazione della parte debole della società e al conseguente irrobustimento della parte forte della medesima.
Il paradosso è che Costui uscirà pesantemente sconfitto dalle urne. Lo dicono i sondaggi e lo dice il vento che soffia sul Pd. Ma la mazzata elettorale, per quanto devastante al livello politico e personale, non sarà sufficiente per negargli la poltrona al Senato a cui ambisce, non sarà sufficiente per negargli lo stipendio, la futura pensione e qualche vantaggioso inciucio.
Domani – giovedì 28 – Sergio Mattarella scioglierà le Camere e dichiarerà chiusa la Legislatura. Paolo Gentiloni resterà a presidio della Istituzione governativa. Chissà per quanto tempo.
Al Pregiudicato di Arcore piace questa prorogatio. Potrebbe rappresentare la prova generale per il Governo delle Larghe Intese.
Comunque vada una cosa è certa: Matteo Renzi diventerà senatore. E non farà mancare il proprio appoggio a tutte le operazioni dettate dai Poteri forti. Il tutto all’ombra degli amici degli amici con cappucci, grembiulini e compassi…
Una condanna per le fasce deboli del Paese. A meno che… A meno che gli italiani non decidano di volger lo sguardo verso le stelle…