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Referendum, quel Sì di Prodi che invoglia al No

Referendum, quel Sì di Prodi che invoglia al No

02 Dicembre 2016 0 Di Enrico Zini

Romano Prodi ha fatto scalpore dichiarando che voterà Sì al referendum. Eppure le sue argomentazioni si rivolgono proprio contro il Sì e a favore del no. Ecco perché.

Prodi e il Sì al Referendum

Ha fatto molto scalpore la nota dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi che annunciava il suo Sì al referendum:

Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì.

Che cosa ha detto Prodi?

Prodi ha stroncato la riforma dicendo che questa è “una modesta riforma costituzionale ” senza ” la profondità e la chiarezza necessarie”. Per dare meglio l’idea l’ha paragonata al “succhiare un osso”.

Quindi nemmeno quelli che decidono di votare Sì, se onesti intellettualmente, possono affermare che questa è una buona riforma. E del resto, il sì di Prodi non è nel merito (lui si augura anche il cambiamento dell’Italicum, tutt’altro che scontato in caso di vittoria del sì).

Allora perché Prodi vota sì? Lo spiega lui stesso.

Perché per Prodi il dibattito sulla riforma ha “abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo”.

Cioè, in poche parole sostiene che c’è uno scontro tra tifoserie avversarie e lui, che appartiene alla storia del Pd, vota sì.

 

Referendum, il manifesto del Pd e la Costituzione

In realtà, però, molti nel Pd abbagliati dalla “stella” di Renzi, si sono scordati la storia del Pd e i suoi valori. Infatti, il manifesto fondativo del Partito Democratico, voluto proprio da Romano Prodi, all’articolo 3 afferma:

La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. È il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui princìpi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e di interessi… La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006.

Evidentemente ora in un Pd, che da Partito Democratico è arrivato a essere un Partito della Nazione di sostanza a trazione verdiniana e delucana, i valori sono cambiati.

L’altra ragione del sì di Prodi è rivelata dal detto di sua madre riportato dell’ex presidente del Consiglio: ’Romano, ricordati che nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone’.

Cioè Prodi vota la riforma (l’osso) per  evitare il bastone. Ma chi lo maneggia questo bastone minaccioso? Potrebbero essere le cosiddette “conseguenze sull’esterno” citate in apertura? Sono queste “conseguenze sull’esterno” che ci minacciano col bastone se votiamo in modo difforme dal loro volere?

In effetti, per la grande finanza, le banche d’affari, la troika e l’austerity della Merkel la nostra Costituzione, che tutela i diritti dei lavoratori e la partecipazione dei cittadini, è una palla al piede che impedisce di disporre a piacimento del nostro territorio e delle nostre ricchezze private.

Infatti, a parte qualche norma acchiappa citrulli tutta la riforma è incentrata sul depotenziare il parlamento e le comunità locali a favore del governo (dalle leggi a data certa che consentono al governo di scrivere il calendario dei lavori del parlamento alla «clausola di supremazia» che consente alla legge dello Stato, su proposta del Governo, di intervenire in materie di competenza regionale a tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica o dell’interesse nazionale).

 

Referendum, meglio l’osso o il bastone?

Quindi, Prodi ci sta dicendo che è meglio ridurci a succhiare un osso piuttosto che essere presi a bastonate? Non lo so, io spero di no, anche se il detto della mamma è aperto a molte interpretazioni. Io penso che, a forza di succhiare le ossa, si crepi di fame, una morte più lunga e dolorosa che essere uccisi a bastonate.

Inoltre finché non ti arrendi e ti sottometti volontariamente, una comunità integrata e coesa può bloccare il bastone e decidere, liberamente, “sul come e sul perché vivere insieme, magari spolpando una bella coscia di pollo invece che accontentarsi di succhiare un osso.

Quindi, se gradite più succhiare un osso piuttosto che ribellarvi al bastone, se preferite il nuovo partito di Renzi al vecchio Partito democratico della Carta dei valori o se pensate, come diceva Tancredi nel Gattopardo, che l’unico modo perché tutto rimanga com’è (anzi peggiori) tutto deve cambiare, allora votate Sì. Se invece la pensate, come me, diversamente, votate No.

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