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Renzi, il potere perduto e la pagnotta da salvare

Renzi, il potere perduto e la pagnotta da salvare

18 Marzo 2018 0 Di Pietro Nigro

Ecco le tre ragioni per cui Matteo Renzi deve contare qualcosa nella nascita del prossimo governo o sarebbe condannato a sparire.

Renzi, il potere perduto e la pagnotta da salvare

Al di là delle chiacchiere, al di là delle grida di battaglia e al di là dei poco credibili posizionamenti degli attuali Capi del Nazareno, sono almeno tre le ragioni per le quali Matteo Renzi – Grande Sconfitto e Grande Defenestrato – spingerà i suoi fedelissimi a lavorare a favore della nascita di un nuovo Governo.

E poco importerà se il prezzo sarà alto, poco importerà se il nuovo Esecutivo sarà targato Cinquestelle o Centrodestra, poco importerà se sarà relegato nel ruolo di valletto.

Oggi l’imperativo categorico dell’ex Capo Scout è quello di salvare la propria pelle, di garantirsi la sopravvivenza politica.

La prima ragione che spingerà Renzi a sollecitare i suoi ad abbandonare atteggiamenti di chiusura sulle trattative per il nuovo Governo è collegata alla classica pagnotta. Tradotto, riguarda la conservazione della personale poltrona da senatore appena conquistata e soprattutto la salvaguardia del relativo stipendio da senatore, più annessi e connessi;

La seconda ragione risiede nel fatto che il Pd non ha alcuna possibilità immediata di risalire nei consensi.

Al contrario l’eventuale ritorno anticipato alle urne finirebbe con l’erodere ulteriormente la magra percentuale fatta registrare dal Partito in occasione del voto del 4 marzo.

Un risultato che finirebbe con indebolire ulteriormente l’ex Capo Scout.

La nuova sconfitta sarebbe infatti letta come conseguenza delle sue scelte collegate alla dichiarata voglia di pronta rivincita e al conseguente lavoro dei suoi fedelissimi finalizzato a far fallire tutte le trattative;

La terza ragione è legata alla sicura perdita di potere personale e alla conseguente perdita del potere di condizionamento del quadro politico attraverso l’opera interdittiva dell’oggi numerosissima pattuglia di guastatori parlamentari a Lui fedeli ma domani dalla sicura ridotta consistenza numerica.

E ciò per due ragioni: per la scontata ulteriore flessione del Pd e perché – non più Segretario del Nazareno – non toccherebbe più all’ex Rottamatore rottamato fare le liste.

Ne conseguirebbe che sotto la spinta del rinnovamento e della ormai palese insofferenza verso il renzismo la maggior parte dei parlamentari uscenti renziani non sarebbe più ricandidata.

A questo punto, privato del potere e senza esercito di fedelissimi, su Matteo Renzi, sul renzismo e sul Giglio torbido calerebbe inevitabilmente il sipario.

Il Giovanotto lo sa bene. E per i succitati motivi farà di tutto per evitare elezioni anticipate.

Simile psicodramma lo sta vivendo l’Uomo di Arcore. Silvio Berlusconi è ormai all’ultimo giro.

E’ in guerra aperta con Matteo Salvini, Grande Vincitore e Grande Sconfitto si guardano in cagnesco.In pubblico si definiscono “alleati”, in privato e alle spalle se le mandano a dire di cotte e di crude.

E dire che poi c’è chi definisce “Politica” tutto ciò…

E così facendo, a loro insaputa, finiscono col fornire la spiegazione del successo Cinquestelle.

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