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Shock per Gucci: Alessandro Michele si dimette, perché e quali conseguenze?

Shock per Gucci: Alessandro Michele si dimette, perché e quali conseguenze?

26 Novembre 2022 2 Di Francesco Ghanaymi

Shock per Gucci: il direttore creativo Alessandro Michele si dimette. Riflettori puntati sul gigante della moda. Perché le dimissioni e con quali conseguenze?

Shock per Gucci: Alessandro Michele si dimette, perché e quali conseguenze?

Alessandro Michele (nato a Roma il 25 novembre 1972), noto nel mondo della moda per essere il direttore creativo di Gucci dal 2015, con un lungo messaggio postato su Instagram nella notte di mercoledì, ha ufficializzato le sue dimissioni dalla Maison dopo sette anni.

Nel lungo messaggio Michele ha spiegato che «Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere», sottolineando come Gucci fosse per lui una: «Famiglia allargata», che esorta – alla fine del messaggio – a: «Sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento delle libertà».

La notizia ha provocato un vero e proprio terremoto nel mondo dell’alta moda. Alessandro Michele, che era stato nominato direttore creativo nel 2015 dopo l’addio di Frida Giannini (che recentemente in un’ intervista aveva dichiarato: «L’ estetica del brutto mi fa orrore. Non amo quello che fa Alessandro Michele») potrebbe essere sostituito da Riccardo Tisci, direttore creativo di Burberry fino allo scorso settembre, e Phoebe Philo, ex-direttrice creativa di CélineChloé.

Ma cos’è successo veramente?

Il gruppo francese Kering (che nel 1999 ha acquistato il 42% di Gucci per 3 miliardi di dollari, e nel 2004 il 99.4% della società di lusso italiana), per ora non ha rilasciato nessuna dichiarazione specifica sulle dimissioni di Michele, se non un brevissimo comunicato stampa con il quale ha assicurato che «L’ ufficio stile di Gucci continuerà a portare avanti la direzione creativa della Maison fino all’annuncio di una nuova organizzazione».

Eppure, la rivista americana Women’s Wear Daily, definita anche la Bibbia della moda, ha riportato che le dimissioni nascono da un litigio tra François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering, e lo stesso Michele, al quale «è stato chiesto di avviare un forte cambiamento nel design» per ravvivare le vendite del marchio.

Infatti, inizialmente Michele aveva contribuito a guidare un periodo di forte crescita e riacceso entusiasmo intorno alla casa di moda fiorentina con i ricavi di Gucci che sono quasi triplicati durante la sua permanenza nel ruolo di direttore creativo, da 3,9 miliardi di euro nel 2015 a 9,7 miliardi di euro nel 2021. A volte, i tassi di crescita trimestrali si sono avvicinati al 50%.

I ricavi in costante calo

Ma ultimamente, il ritmo di crescita dei ricavi era in costante calo. Nell’ottobre 2021, le vendite sono cresciute solo del 3,8% nel terzo trimestre, di gran lunga al di sotto delle aspettative degli analisti. Rispetto ad altri rivali del lusso, tra cui LVMH ed Hermès, le azioni di Gucci hanno sotto-performato, in particolar modo nel mercato asiatico già influenzato negativamente dalle chiusure cinesi.

Non solo, ma l’obiettivo dichiarato dal gruppo Kering  di superare i 15 miliardi di euro in ricavi entro il 2022, che sembrava possibile sulla spinta di tassi di crescita trimestrali quasi del 50%, non era stato raggiunto, e si era rivelato impossibile anche per le proiezioni del 2023, che attestavano i ricavi della Maison fermi ai 10 miliardi.

Gli sforzi di Gucci per combattere questo declino erano già evidenti ed hanno incluso la riduzione del programma annuale delle sfilate, e delle collezioni pre-autunnali. La casa di moda aveva anche intrapreso una serie di collaborazioni con marchi inaspettati come Adidas e con Balenciaga, per apportare cambiamenti alla propria immagine.

Quali conseguenza per Gucci?

Da Lady Gaga, Beyoncé, Billie Elish a Harry Styles (che aveva firmato con Michele una collezione per Gucci dal nome HA HA HA), molti hanno accolto tristemente il cambio ai vertici di GucciElton John in un tweet dal tono molto commosso ha scritto: «Sono devastato nel sentire che Alessandro Michele se ne va da Gucci. Qualunque cosa faccia dopo, io ci sarò per lui».

Ma nonostante questo, la speculazione sulla sua partenza ha provocato un aumento iniziale del prezzo delle azioni di Kering quando i mercati si sono aperti giovedì, con i mercati finanziari fiduciosi che un nuovo designer potrebbe effettivamente aiutare a rilanciare le vendite.

In una nota agli investitori, il colosso Sanford C Bernstein & Co LLC – una delle più importanti società di brokeraggio negli Stati Uniti per l’acquisto e la vendita di azioni societarie, fondi comuni di investimento e titoli di debito – ha tenuto a precisare che «Gucci ha sofferto un forte rallentamento delle vendite, in particolare nei confronti dei consumatori cinesi che rappresentano più di un terzo delle vendite totali. Manteniamo comunque totale fiducia in Kering, dato che già in passato hanno sistematicamente e con successo rianimato marchi sbiaditi».

Chi succederà ad Alessandro Michele?

Già nel 2004, François-Henri Pinault, a causa di vendite deludenti, si era separato da Tom Ford e dal CEO Domenico De Sole. Allo stesso modo, nel 2014, aveva licenziato la direttrice creativa Frida Giannini e l’amministratore delegato Patrizio di Marco. In entrambi i casi, le decisioni si sono rivelate corrette, oltre che lungimiranti e profittevoli.

Ora i riflettori restano puntati su Marco Bizzarri, l’attuale CEO di Gucci, molto vicino ad Alessandro Michele e artefice della sua ascesa nella casa di moda fiorentina, avendolo fortemente appoggiato nella nomina a direttore creativo, e avendogli lasciato dalla sua nomina totale libertà sui prodotti, sulla gestione dei negozi, delle campagne e della comunicazioni. Verrà confermato Marco Bizzarri, o sarà anche lui messo alle strette e spinto alle dimissioni?

Intanto, altre domande restano aperte: riuscirà François-Henri Pinaul a sollevare Gucci, il marchio di punta del gruppo Kering, come già nel 2004 e nel 2014? Dove andrà Alessandro Michele dopo le dimissioni?

E chi prenderà il suo posto? Riccardo Tisci, direttore creativo di Burberry fino allo scorso settembre, o Phoebe Philo, ex-direttrice creativa di CélineChloéGucci ha in programma di rivelare la sua prossima collezione uomo a Milano a gennaio. Per allora, gran parte di queste domande avranno una risposta.

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