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Siamo la generazione degli immigrati digitali

Siamo la generazione degli immigrati digitali

17 Dicembre 2015 0 Di Angela Bovino

Da quando siamo immersi nel web abbiamo tutti l’impressione di saperne di più. Ed è vero ne sappiamo di più.  Ma capiamo davvero quello che crediamo di sapere? E, soprattutto, cosa resta di ciò che crediamo di imparare?

Siamo la generazione degli immigrati digitaliImmigrati_digitali

 

Il dibattito sulla superficialità, addirittura volatilità della rete è aperto anche se è ormai acclarato anche scientificamente che leggere le notizie solamente sul web non basti per capirle davvero. Perchè?  Per due motivi fondamentali.

Il primo è di ordine storico: siamo ancora del tutto immersi nella generazione degli “immigrati digitali” composta da coloro che non sono nativi digitali ma  utilizzano comunque quotidianamente internet e piattaforme virtuali.

Il secondo motivo dobbiamo cercarlo nelle neuroscienze che spiegano come il cervello sia flessibile, addirittura plastico e che, cioè, viene influenzato fino ad essere cambiato dagli strumenti che si usano.  Con la conseguenza per esempio di diminuire la memoria a breve termine.

Per la generazione degli immigrati digitali, infatti, è facile verificare che quello che davvero ricordiamo lo abbiamo imparato sui libri di scuola sottolineando a penna o a matita e scrivendo note a margine.

Siamo, inoltre, quelli che avevano rapporti personali. Cioè di persona. Mentre ora la maggior parte delle interazioni umane – è inutile negarlo – avvengono via chat, sms, telefono eccetera.

Se tutto questo sia positivo o negativo è assolutamente presto per dirlo. Certo è che il cambiamento non è per nulla virtuale ma assolutamente reale. E spaventa i luddisti dell’ultim’ora.

Come regolarsi di conseguenza dunque?

Utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per raggiungere la giusta via di mezzo, l’aurea medietas di oraziana memoria. Nulla ci impedisce di leggere un giornale e di utilizzare allo stesso tempo i siti di notizie on line, oppure di mantenere i contatti su Facebook senza disdegnare il caffè con le amiche. Anzi, è proprio questo che dobbiamo fare: insegnare il buono del “maneggevole” ed apprendere il buono del “touch”.

In attesa del momento in cui tutti avremo sviluppato magari capacità telepatiche dopo quelle telefoniche nonchè capacità mnemoniche che ora non conosciamo è utile imparare ad integrare tutti gli strumenti a nostra disposizione.

Con una corretta disciplina non perderemo delle facoltà ma senza dubbio le miglioreremo. E’ l’evoluzione bellezza!

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