
Sul Reddito di cittadinanza il nuovo scontro tra Lega e M5s
14 Agosto 2019Il Reddito di cittadinanza arriva a quota 1 milione e mezzo di domande. Ma provoca un nuovo scontro tra Lega e M5s.
Reddito di cittadinanza, l’Inps: Finora 1 milione e mezzo di domande
Il Reddito di cittadinanza arriva a quota un milione e mezzo di domande, per la precisione 1.491.935 al 31 luglio scorso. A comunicarlo è l’Inps, che ha diffuso i dati aggiornati sul beneficio introdotto ad aprile per le famiglie disagiate.
Delle domande pervenute per il Reddito di cittadinanza presentate, quasi 400mila sono le istanze respinte (il 26,8 per cento) e circa 170mila quelle “in evidenza per ulteriore attività istruttoria”.
Ad oggi vi sono state inoltre, sempre secondo i dati Inps, 1.025 rinunce, mentre circa 32mila nuclei familiari sono decaduti dal beneficio.
Questi dati sono da ritenere sufficientemente approssimati, perché, come comunica l’Inps, le domande pervenute vengono lavorate entro il 15 del mese successivo a quello della presentazione e che, a partire da tale data, Inps invia le disposizioni di pagamento alle Poste, che provvede effettivamente a ricaricare le carte. Per le domande presentate a luglio i flussi di pagamento sono stati già inviati a Poste il 9 agosto.
Il presidente Tridico: Accolte 922mila domande, e i controlli fanno emergere il lavoro nero
“Abbiamo ricevuto quasi 1,5 milioni di domande di Reddito di cittadinanza e ne sono state accolte più di 922mila. – commenta il presidente dell’Inps Tridico – Ricordo che nella relazione tecnica bollinata dalla Ragioneria Generale dello Stato i nuclei interessati dalla misura sono 1,2 milioni, quindi molto probabilmente il numero dei percettori dovrebbe ancora crescere. I controlli incrociati dell’Inps con le banche dati collegate sono stati massivi e preventivi rispetto all’accoglimento delle domande e la loro efficacia è dimostrata dal fatto che più di un quarto delle domande è stato respinto”.
Il rischio che il reddito possa essere assegnato a persone che non ne abbiano diritto è ovviamente ben presente. “Abbiamo continui contatti con l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la Guardia di Finanza e le altre Autorità di controllo – spiega Tridico – e l’azione sinergica delle Amministrazioni dello Stato sta facendo emergere il lavoro nero di chi ha provato comunque a chiedere il reddito di cittadinanza, anche se la maggior parte di chi lavora a nero non fa domanda di Reddito di cittadinanza. In particolare, la Guardia di Finanza ha a disposizione 600mila beneficiari da noi forniti; di questi esaminerà i profili di rischio, cioè individuerà una piccola parte che, per come selezionata, è anche possibile raggiunga elevate percentuali di irregolarità, ma questo dimostrerà la bontà dei sistemi di individuazione del rischio e di controllo adottati, restando poco rilevante rispetto al totale dei beneficiari. Al momento comunque non ci sono dati. Inoltre – conclude il presidente dell’Inps – se ci sono state truffe come accade a volte con altre prestazioni (ad es. percettori di Naspi che lavorano a nero o falsi invalidi), saranno severamente perseguite ai sensi di legge”.
Il Reddito di Cittadinanza accende lo scontro tra Lega e M5s
Ma è proprio il possibile riscfhio che il Reddito di cittadinanza sia dato a chi non ne ha diritto e soprattutto ai lavoratori a nero ad alimentare lo scontro di giornata tra la Lega e il Movimento 5 stelle.
A dare il la allo scontro lo stesso vice premier Matteo Salvini, che in una intervista al Corriere delle Sera, ha chiede una “doverosa verifica” della misura perché, sostiene, molti imprenditori non riescono ad assumere i lavoratori di cui hanno bisogno e che presumibilmente potrebbero preferire il Rdc al lavoro.
Ma ad accendere il fuoco della polemica è intervenuta questa mattina una intervista del viceministro leghista dell’Economia, Massimo Garavaglia, al quotidiano Italia Oggi, secondo il quale dai primi risultati sui controlli della Guardia di finanza emergerebbe che il 70 per cento di chi ha ricevuto il sussidio non ne aveva diritto.
Garavaglia: Il 70 per cento dei percettori non ne ha diritto
“Il dato è ancora grezzo”, precisa Garavaglia – ma “gran parte di coloro ai quali è stato erogato il reddito di cittadinanza risulta non titolare e quindi i risparmi non possono che aumentare”. “Questo vuol dire – continua il viceministro – che si può intervenire aumentandolo per chi ha veramente bisogno, aggiungo inoltre che mancano ancora i decreti attuativi che consentono ai comuni di chiamare i beneficiari del reddito di cittadinanza per prestare servizi socialmente utili”.
Inoltre, secondo Garavaglia, gli accertamenti sui furbetti del Rdc consentirebbero di liberare risorse fino a “5 miliardi di euro, che potrebbero andare a rafforzare l’assegno per chi davvero lo merita o ad altre misure di politica economica”. “Si tratta dei dati rilevati del nucleo per la spesa pubblica della Guardia di Finanza, adesso la palla passa alle sedi territoriali per i controlli del caso”, riferisce Garavaglia.
Castelli: Numeri non veri, e non mi risultano dati della Guardia di Finanza
A rispondergli, in giornata, l’altro viceministro dell’Economia, Laura Castelli, del Movimento 5 stelle, che contesta le cifre dichiarate da Garavaglia.
“I numeri comunicati da Garavaglia non corrispondono al vero. A me non risulta che la Guardia di Finanza abbia fornito dati in tal senso – ha detto la Castelli in una nota – So che stanno per essere licenziate disposizioni operative ai reparti della Gdf a seguito di alcune interlocuzioni col ministero del Lavoro e Inps. Quel che è certo, è che grazie a un aumento dei poteri ispettivi e dell’organico, nell’alveo dei normali controlli – come, ad esempio, sul lavoro in nero – capita di trovare casi di persone che lavorano in nero e percepiscono anche il reddito. Quel dato, quindi, non è legato al reddito di cittadinanza. Il Movimento 5 Stelle per primo auspica che i controlli a regime vengano fatti per assicurare che i soldi del reddito vadano solo alle persone che ne hanno davvero diritto, e per questo obiettivo abbiamo lavorato”.