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Testamento biologico, questione cruciale tra medici e politici

Testamento biologico, questione cruciale tra medici e politici

16 Febbraio 2017 0 Di Maria Sole Paggi

Il testamento biologico è stato protagonista ieri del dibattito tra medici e politici della Camera, organizzato dall’Associazione Luca Coscioni, da anni impegnata per la libertà della ricerca scientifica.

Decesso naturale o sedazione profonda?

Il testamento biologico è una questione cruciale per due motivi: da un lato il decesso per sedazione profonda, avvenuto in questi giorni ad un paziente terminale di Sclerosi multipla, che viveva a Montebelluna (Veneto); dall’altro il decesso naturale, ossia la libertà della persona di decidere, in un momento in cui si è ancora capaci di intendere e volere, quali trattamenti sanitari si intenderanno accettare o rifiutare nel momento in cui subentrerà un’incapacità mentale.

L’Associazione Luca Coscioni, promotrice del dibattito tra medici sul testamento biologico    

L’Associazione Luca Coscioni si è fatta promotrice, per l’occasione, di un appassionato dibattito in tema di testamento biologico, con alcuni illustri medici esperti nel settore specifico e della bioetica. Secondo il prof. M. Gallucci (Direttore della Scuola italiana di medicina e cure palliative nonché componente del Comitato per l’etica di fine vita) è necessario, innanzitutto, rispettare al meglio la volontà del paziente (testamento biologico); in secondo luogo, le cure palliative  con sedazione profonda devono essere in grado di portare alla perdita di coscienza alleviando la sofferenza; nello stesso tempo, è necessario sospendere i trattamenti per sostenere la vita. Il Dott. Mario Riccio (Anestesista rianimatore, già medico di Piergiorgio Welby) ha sottolineato, invece, la presenza di alcune ambiguità nella normativa vigente,

in particolare: la pianificazione delle cure che deve essere “condivisa”; la concessione al medico di non tener conto della volontà del malato terminale; infine, il rinvio non meglio specificato alla deontologia. Il Dott. Carlo Defanti (Primario emerito dell’Ospedale Niguarda di Milano, membro della Consulta di bioetica, già medico di Eluana Englaro), ha sottolineato come la proposta di legge in esame sia tardiva ed indica quali punti irrinunciabili: la prevalenza della volontà del malato, la pianificazione anticipata delle cure condivise, la sospensione delle cure contestuale alla sedazione profonda terminale. Il Dott. F. Starace (Direttore del Dipartimento di Salute mentale e Presidente della Società di epidemologia mentale) è ricorso alla legge britannica sul testamento biologico sottolineando la necessità di escludere dall’espressione del consenso le persone affette da sindrome depressiva trattabile. Deve prevalere sempre la volontà del paziente.

La parola ai parlamentari sul testamento biologico

Secondo l’On.le P. Locatelli, è calato il clima di contrapposizione tra favorevoli e contrari al testamento biologico (cosiddetto “disposizione anticipata di trattamento”) per merito di una maggiore apertura delle Autorità Vaticane sulla sedazione profonda. La Camera, a livello di intergruppo, ha unificato 16 proposte di legge in un unico testo contro cui sono state presentati ben 3.500 emendamenti, ridotti successivamente a 288. Non è stato, peraltro, ammesso il principio della sedazione profonda terminale, mentre è stata respinta qualsiasi deriva eutanasica. La questione rimane, comunque, ancora aperta almeno fino al 20 febbraio, salvo lo slittamento di una settimana.

 

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