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Lavoro, per l’Inps è boom di contratti a tempo determinato

Lavoro, per l’Inps è boom di contratti a tempo determinato

21 Settembre 2017 0 Di Redazione In24

Lavoro, pubblicati i dati Inps dell’Osservatorio sul precariato. A luglio 500 mila contratti a tempo spingono la crescita dell’occupazione.

Lavoro, boom di contratti a tempo determinato

Lavoro, si può parlare di crescita dell’occupazione nel settore privato, grazie al boom dei contratti a tempo determinato, ben 500mila in più, insieme alla crescita dei contratti di apprendistato e in misura minore di quelli a tempo indeterminato. Lo dicono i dati dell’Osservatorio sul precariato pubblicati oggi dall’Inps e relativi al settore privato nel mese di luglio 2017. In particolare, secondo l’Inps, l’aumento dei contratti a tempo determinato dipende soprattutto dalla crescita di lavoro a chiamata e contratti di somministrazione, gli strumenti che probabilmente hanno sostituito i voucher.

I dati Inps, in particolare, dicono che al termine dei primi sette mesi dell’anno, il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro, pari a +1.073.000 unità, è positivo e superiore a quello dello stesso periodo dei due anni precedenti (+825.000 nel 2016 e +930.000 nel 2015).

Inoltre, risulta positivo anche il saldo annualizzato (cioè calcolato sui valori degli ultimi dodici mesi), che è pari a +571.000 e in crescita continua da inizio anno.

A questo risultato – che conferma il rafforzamento della ripresa occupazionale – contribuiscono soprattutto i contratti a tempo determinato e quelli stagionali, che sono aumentati di 501.000 unità, mentre i contratti di apprendistato sono aumentati di 52.000 unità e quelli a tempo indeterminato sono aumentati di 18.000 unità.

 

Nel 2017 4 milioni di nuovi assunti

Il saldo tendenziale si mantiene positivo soprattutto grazie alla crescita delle nuove assunzioni, che nel periodo gennaio luglio 2017 sono state pari a 4.182.000, in aumento del 18,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Di contro, nello stesso periodo, sono aumentate anche le cessazioni dei rapporti di lavoro, 3.108.000, pari al 15 per cento in più rispetto all’anno precedente.

Alla crescita delle assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato (+25,9 per cento) e dall’apprendistato (+25,9 per cento) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-4,6%: questo calo rispetto al 2016 è interamente imputabile alle assunzioni a part time).

Tra le assunzioni a tempo determinato, appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+20,4 per cento) e ancora di più quello dei contratti di lavoro a chiamata che, con riferimento sempre al periodo gennaio-luglio, sono passati da 112.000 (2016) a 251.000 (2017), con un incremento del 124,7 per cento.

Questo significativo aumento – come in parte anche quello dei contratti di somministrazione e dei contratti a termine – secondo l’Inps si potrebbe spiegare con la necessità delle imprese di trovare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, aboliti dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo (e riattivati con profonde modifiche normative dal mese di luglio).

Di conseguenza, sono sempre di meno i contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (24,2 per cento nei primi sette mesi del 2017) mentre nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, era stato raggiunto il picco del 38,8 per cento.

Peraltro, c’è una aliquota di 215.000 rapporti di apprendistato e a tempo determinato che vengono trasformati in contratti a tempo indeterminato, con un lieve incremento rispetto allo stesso periodo del 2016 (+0,7 per cento).

Tra i rapporti che terminano, a cessare sono soprattutto i contratti a termine, (+23,2%), mentre i contratti a tempo indeterminato cessano solo nello -0,5 per cento dei casi).

I rapporti di lavoro a tempo indeterminato che cessano per licenziamento sono stati 340.000, meno rispetto allo stesso periodo gennaio-luglio 2016 (-4,4 per cento); in aumento risultano invece le dimissioni (+4,3 per cento).

Il tasso di licenziamento, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, è risultato per i primi sette mesi del 2017 pari al 3,1 per cento, in lieve riduzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (3,2 per cento).

Tra le nuove assunzioni a tempo indeterminato registrate a gennaio-luglio 2017 si segnala poi una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (54,8 per cento contro 57,8 per cento di gennaio-luglio 2016).

Infine, tra gennaio e luglio 2017 sono stati avviati 32.983 rapporti di lavoro incentivati, cioè con gli incentivi previsti dal Programma “Garanzia Giovani” e 68.748 rapporti di lavoro (54.174 assunzioni e 14.574 trasformazioni) nell’ambito della misura “Occupazione Sud”.

 

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