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Emmanuel Macron, nuovo campione dell’Europa impaurita

Emmanuel Macron, nuovo campione dell’Europa impaurita

09 Giugno 2017 0 Di Andrea Antonetti

Tre mesi fa nessuno sapeva chi fosse, poi ha vinto le elezioni. Ed è diventato il campione di un’Europa impaurita.

Emmanuel Macron, nuovo campione dell’Europa impaurita

Emmanuel MacronSolo tre mesi fa non avevo idea di chi fosse Emmanuel Macron. Se mi avessero chiesto di lui avrei pensato, in modo indefinito, a qualche personaggio francofono, forse francese, forse belga, forse canadese, forse statunitense.

Poi ci sono state le elezioni in Francia, così, almeno nel mondo occidentale, Emmanuel Macron è diventato qualcuno noto alla massa, la sua vita è diventata di dominio pubblico.

Una professoressa liceale inizia una relazione con un proprio allievo minorenne… nel giornalismo, nei fatti di cronaca, una premessa simile solitamente identifica una storia da trasformare in scandalo e contestualizzabile in qualche cittadina statunitense…

Ma Amiens è in Francia, Emmanuel Macron non è il protagonista di una vicenda banalizzabile, non solo perché lui si è sposato la propria professoressa ma anche perché Emmanuel Macron non era uno studente qualunque, paragonabile a quelli che la propria professoressa la mandano in galera dopo averle detto sì…

Emmanuel Macron era uno studente brillante, appassionato di filosofia ma con in testa la consapevolezza che la sola filosofia non gli avrebbe consentito di raggiungere nella vita i suoi ambiziosi progetti.

Ha studiato Emmanuel Macron, non è un uomo qualunque arrivato al potere per sbaglio.

In campagna elettorale si è trovato di fronte esponenti della “vecchia Francia” (intendendo con questa espressione candidati della destra e della sinistra francese identificabili con un modo di far politica classico da quelle parti: nazionalismo diffuso sia a destra che a sinistra, con differenze più o meno marcate relative a politiche economiche e sociali.

Non ho trovato Emmanuel Macron molto differente, sotto l’aspetto dei contenuti, dai suoi rivali.

La prima volta che l’ho sentito arringare la folla, faceva riferimento alla grandeur francese, esaltando quello che la Francia ha fatto per il mondo (senza specificare cosa) e tralasciando completamente ciò che il colonialismo francese ha provocato in certe zone del mondo.

A seguire una serie di promesse tipiche di ogni politico, promesse talmente tipiche da rendere spiriti qualunquisti anche quelli degli elettori più puri, di quelli che veramente seguono una campagna elettorale per cercare di capire con onestà quali siano i problemi, le loro soluzioni… indipendentemente dall’ideologia di riferimento.

A mio avviso Emmanuel Macron ha vinto la sua battaglia perché più giovane dei suoi avversari, quindi con un’aurea di freschezza in grado di alimentare speranze e sogni della gente e perché si è ritrovato come avversario finale Marine Le Pen… ovvero una persona talmente semplice e semplicistica nei contenuti, da essere definibile con una frase: il nulla mischiato al niente infarcito da vuote banalità.

La credibilità di Emmanuel Macron è in buona parte dovuta alla mancanza di avversari e il suo essere europeista, in questo periodo storico, l’ha reso non soltanto Presidente della Repubblica francese… ma anche il portabandiera dell’Europa, un continente vecchio che cerca di non farsi schiacciare dai giganti Stati Uniti, Russia e Cina… abbandonando il nazionalismo per diventare comunità.

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