Contenuto Pubblicitario
Fiore del deserto, storia di una donna

Fiore del deserto, storia di una donna

15 Aprile 2016 0 Di Emilia Parisi

Fiore del deserto: Sherry Hormann adatta per il cinema l’autobiografia di Waris Dirie, ex modella di origini somale, portavoce nel mondo della lotta contro la mutilazione genitale femminile. Appuntamento il 14 aprile.

 

Fiore del deserto, tra dramma e commedia

A sette anni di distanza dalla première alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Fiore del deserto (qui la scheda del film) arriva nelle sale italiane. Scritto e diretto dalla cineasta americana di origini tedesche Sherry Hormann (Father’s Day, 1996; Guys and Balls, 2004; 3096 Tage, 2013), Fiore del deserto  è basato sulla biografia best seller di Waris DirieDesert Flower: The Extraordinary Journey of a Desert Nomad (1998), ex top model di fama internazionale originaria di Galkayo, nella Somalia centrosettentrionale.

Prodotto dalla Desert Flower Filmproductions, Majestic Filmproduktion e MTM West Televison&Film, Fiore del deserto (qui il sito ufficiale) è stato distribuito in Italia da una giovane casa di produzione indipendente di Verona, la Ahora! Film. La pellicola è interpretata da Liya Kebede, Sally Hawkins, Craig Parkinson, Meera Syal, Anthony Mackie, Juliet Stevenson, Timothy Spall, Soraya Omar-Shego, Teresa Churcher, Eckart Friz, Prashant Prabhakar, Anna Hilgedieck, Matt Kaufman, Emma Kay, Elli, Nick Raio, Robert Robalino e Chris Wilson.

Fiore del deserto, storia di una donna che ha attraversato le terre selvagge dell’Africa Orientale e cambiato il mondo, dosa in maniera sapiente gli ingredienti della commedia di matrice etnica (l’approdo in un paese sconosciuto, le difficoltà dovute all’integrazione, il glamour delle passerelle dell’alta moda degli anni Novanta) con la denuncia di un rito antichissimo e inalienabile come l’infibulazione, risalente ai tempi di egizi, etiopi e fenici e praticato da islamici, cristiani e animisti. Una barbara tradizione, adottata soprattutto nell’Africa sub-sahariana, consistente nell’asportazione della clitoride in tenera età.

 

Fiore del deserto, il plot

Somalia, anni Settanta. Nel cuore del deserto africano, in un minuscolo villaggio di pastori nei pressi della città di Galkayo, trascorre l’infanzia la piccola Waris Dirie (Liya Kebede), il cui nome significa letteralmente ‘fiore del deserto’. Proveniente da una famiglia nomade di dodici figli, Waris subisce l’infibulazione alla tenera età di cinque anni. Divenuta adolescente, il padre la vende come quarta moglie in cambio di cinque cammelli ad un pastore di sessant’anni.

Prostrata da anni di miserie e di sofferenze, Waris decide di ribellarsi al volere paterno mettendo in atto una fuga notturna dal villaggio natio. Dopo aver detto addio all’amato fratello minore, la ragazzina comincia il suo viaggio attraverso le brulle terre africane. Prima si stabilisce a Mogadiscio dalla nonna, poi sbarca a Londra dove trova rifugio presso la residenza di uno zio ambasciatore, per il quale comincia a lavorare come cameriera.

A causa dello scoppio della guerra civile in Somalia, l’ambasciata viene chiusa e Waris è costretta a fuggire di nuovo per non essere espulsa. Due incontri fortuiti le cambieranno per sempre l’esistenza: prima stringe una leale e sincera amicizia con la commessa Marilyn (Sally Hawkins), simpatica e strampalata compagna di stanza; poi si lascia immortalare in alcuni scatti dal fotografo di moda Terry Donaldson (Timothy Spall) che segnano fatalmente l’ingresso nel mondo delle passerelle e l’inizio della fama internazionale.

 

Ambientazione, tematica e personaggi

Girato tra il Gibuti (molto simile a Mogadiscio prima della guerra), Londra, New York, con varie ricostruzioni di set a Colonia, Fiore del deserto si avvale dell’ottima interpretazione di Liya Kebede, super-modella di origine etiope qui al suo debutto cinematografico, di una bellezza struggente in grado di comunicare vulnerabilità e determinazione al tempo stesso.

Al suo fianco l’esplosiva e impacciata Sally Hawkins, nei panni dell’amica Marilyn, che mette in scena divertenti siparietti comici. Da ricordare anche Timothy Spall (miglior attore al Festival di Cannes nel 2014 per Turner) e Juliet Stevenson che interpretano rispettivamente il celebre fotografo Terry Donaldson e Lucinda, la direttrice di un’agenzia di modelle. Tutte le parti drammatiche del film sono accompagnate dalla musica coinvolgente di Martin Todsharow.

Oggi Waris Dirie è la portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna internazionale dell’ONU contro le mutilazioni genitali femminili. Dopo tanti anni di battaglie, Waris comincia forse ad intravedere una luce in fondo al tunnel: la pratica dell’infibulazione potrebbe essere vietata anche in Somalia, dopo la Nigeria e il Gambia. Nel frattempo, l’ex top model continua a lottare per impedire che milioni di ragazze vengano torturate e private della libertà di amare e del diritto alla gioia.

 

http://https://youtu.be/rdS4_deuXkI

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82