Il terrore torna in Francia: sparatoria sugli Champs Elysees, ucciso un poliziotto
21 Aprile 2017Torna il terrore in Francia. A Parigi, un uomo spara i poliziotti sugli Champs Elysees e uccide un agente poi viene abbattuto. Rivendicazione dell’Isis.
Terrore a Parigi, sparatoria sugli Champs Elysees
Il terrore torna a Parigi, e prende di mira ancora una volta le vie dello shopping. A condurre l’attacco, a quanto pare, Karim Cheurfi, un islamista francese, ma proveniente dal Belgio, di 39 anni nato e cresciuto nella banlieu parigina- Sarebbe stato ‘omo che ha condotto l’ennesimo attacco terroristico ed è riuscito a seminare il terrore e ad uccidere un poliziotto prima di essere a sua volta ucciso.
Teatro dell’ultimo attentato, ancora una volta, un luogo simbolo, una delle vie più famose della città, davanti ai negozi dello shopping, che dopo l’assalto cerca di ritrovare la sua impossibile normalità.
Siamo al 102, di Champs Elysees, davanti ad un negozio di lusso, nel tardo pomeriggio di giovedì. L’uomo, probabilmente un cane sciolto, alla guida di una Audi A4, cerca un obiettivo guidando tra il traffico e a folla. Il terrore dura venti minuti. L’uomo avvista una pattuglia della polizia, afferra il Kalashnikov che ha con se e va a sparargli, uccidendo un agente. Poi cerca di sparare su atri bersagli, e infatti ferisce altri due uomini, finché non viene a sua volta ucciso dagli altri agenti presenti sul posto.
Sulla sua auto saranno poi trovati anche un fucile a pompa e un Corano, oltre ad alcune pagine scritte a mano in cui inneggia allo Stato islamico.
Non è chiaro se e come sia legato all’Isis, ma lo Stato Islamico ne ha in qualche modo benedetto l’azione, rivendicando l’attentato con un comunicato oscuro e di cui non è chiara l’autenticità.
A quanto accertato dagli investigatori, che sono sulle tracce di altre persone, e stanno indagando anche su familiari ed amici del terrorista, Karim viveva a Marne-et-Seine, nella cintura est di Parigi. E non sarebbe nemmeno nuovo alle forze dell’ordine transalpine, visto che era stato già fermato a febbraio e nel 2001, bloccato dopo un inseguimento alla guida di un’auto rubata, aveva già sparato contro gi agenti, ferendoli gravemente, per poi aggredirne un altro mentre era in stato di fermo, sottrargli la pistola e tentare di sparargli. Per questo nel 2003 è stato condannato a venti anni di carcere, ridotti a 15 nel 2005.
Insomma, un profilo “ad alto rischio”, come dice la sua scheda segnaletica, su cui da qualche tempo compare anche la segnalazione dell’Intelligence di una sua evidente “radicalizzazione”.
Eppure, quando a febbraio è stato nuovamente fermato dalla polizia, è stato però rilasciato per mancanza di prove.
Nella notte, invece, un uomo si è presentato spontaneamente alla polizia di Anversa, in Belgio, e potrebbe essere il complice a cui fa riferimento la rivendicazione dell’Isis.