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Le vite dei migranti nella mostra Touroperator di Massimo Sansavini. Dal 24 febbraio a Ravenna

Le vite dei migranti nella mostra Touroperator di Massimo Sansavini. Dal 24 febbraio a Ravenna

14 Febbraio 2018 0 Di Francesca Pierpaoli

Touroperator, la mostra itinerante che presenta opere di Massimo Sansavini, realizzate con il legno degli scafi dei migranti  continua il suo percorso espositivo a Ravenna, dal 24 febbraio al 18 marzo presso la Biblioteca Classense, con il patrocinio di Amnesty International.

Sansavini è l’unico artista ad aver ottenuto l’autorizzazione dal Tribunale di Agrigento per entrare nel girone dantesco del cimitero delle barche di Lampedusa, nell’ex-base americana Loran: qui accanto ai molti scafi, ormai abbandonati, sono rimasti molti degli oggetti personali che hanno accompagnato i viaggi della speranza attraverso il Mediterraneo verso la speranza di un futuro migliore. Il legno prelevato dalle imbarcazioni abbandonate è stato trasformato dall’artista in sculture che raccontano i singoli naufragi. A ricordarceli il titolo dell’opera: la data in cui è avvenuto.

In un’intervista esclusiva ad Italia Notizie24 l’artista spiega come nasce l’idea di questa mostra.

Come è iniziato questo progetto artistico?

Mi sono interessato alle tragedie del Mediterraneo a seguito del naufragio del 3 ottobre 2013, divenuta poi giornata nazionale della memoria e mi sono chiesto come l’arte potesse dare voce ad un fenomeno così tragico. Da quella data mi sono dedicato all’idea di come realizzare un progetto artistico che desse voce a questa realtà purtroppo oggi ancora attualissima. Nel 2015 sono riuscito ad avere dal Tribunale di Agrigento l’autorizzazione per potere accedere al Cimitero delle barche di Lampedusa.

E’ stato difficile ottenere l’autorizzazione?

Questa autorizzazione non è mai stata concessa a nessuno prima di me in quanto gli scafi sono sottoposti a confisca è di conseguenza vanno poi distrutti.

Qual è il fil rouge delle opere?

La distruzione di quei legni purtroppo farà sparire la memoria di questo periodo storico in quanto gli scafi sono l’unico elemento che testimonia questa storia. Da qui la volontà di trasformare quel materiale destinati a sparire in opere d’arte. Ho composto delle tavole laccate che idealmente sono fondali marini e su di esse ho applicato gli sagome di legno degli scafi che rappresentano una simbologia universale. Il numero degli elementi che compone una singola opera è il numero di persone naufragate che diventa il titolo dell’opera.

Il logo “Touroperator” trae ispirazione dalla scritta Abreit Macht Frei che campeggiava sui cancelli dei campi di concentramento.

Ad organizzare la mostra, l’Assessorato all’immigrazione, e la Casa delle Culture del Comune di Ravenna, l’ Istituzione Biblioteca Classense  in collaborazione con Rete civile contro il razzismo e xenofobia Ravenna, Coop di mediazione culturale Terra mia, conCittadini – Assemblea legislativa. Regione Emilia-Romagna,  con il patrocinio di Amnesty International Italia. L’iniziativa è programmata in occasione della Settimana internazionale contro il razzismo e la discriminazione razziale.

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