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Lotti – Minzolini, scambio di favori tra Renzi e Berlusconi in vista della agognata alleanza

Lotti – Minzolini, scambio di favori tra Renzi e Berlusconi in vista della agognata alleanza

17 Marzo 2017 0 Di Marino Marquardt

L’aiuto reciproco a votare contro la sfiducia a Lotti e la decadenza di Minzolini indigna il cittadino comune, l’indignazione indigna la stampa legata all’establishment.

Lotti – Minzolini, scambio di favori tra Renzi e Berlusconi

Cose da pazzi! Dall’Aula del Senato la paccottiglia renzusconiana offende e sfida l’Italia degli onesti. E oltraggia il Paese legale. E nello Stivale alla rovescia accade che i mass media dei soliti padroni legati culo e camicia agli establishement puntino il dito contro l’indignazione dei 5 stelle e non si indignino per l’ultima schifezza parlamentare.

Accade quando l’Informazione non è governata da editori puri.
I garantisti alla Cicero pro domo sua dalla morale putrida dopo aver salvato la poltrona al ministro renziano Luca Lotti indagato per rivelazione di segreto istruttorio nell’Affaire Consip, a meno di ventiquattr’ore – come è noto – hanno salvato dalla decadenza il pregiudicato berlusconiano Augusto Minzolini, reo di aver fatto uso improprio della carta di credito Rai.

Uno scambio di favori sull’asse Pontassieve-Arcore infiocchettato all’insegna del garantismo. Parola d’ordine, “garantismo”, che nel caso di Minzolini risultava peraltro fuori luogo dal momento che l’ex direttore del Tg1 è già titolare di sentenza definitiva di condanna a due anni e mezzo di reclusione.

Al Senato dunque – secondo la legge Severino – toccava soltanto prendere atto della situazione personale del senatore-giornalista e spedirlo a casa.

Legalità violata, dunque, legalità calpestata da parlamentari senza pudore.

Tra i 19 senatori piddini che hanno contribuito a violare e a cancellare la Legge Severino figurano la giornalista anticamorra Rosaria Capacchione e l’ex vicedirettore-filosofo del Corriere della Sera (originaria scuderia di Minzolini) Massimo Muchetti.

Malinteso senso di solidarietà tra colleghi o altro, fatto sta che i due farebbero bene a decidersi su cosa voler fare da grandi.

Inutile dire che le oscenità renzusconiane degli ultimi giorni sono l’anticipazione di ciò che potrebbe accadere in un non lontano futuro se l’ex Capo Scout di Rignano sull’Arno vincesse le Primarie del Pd in calendario per il 30 aprile e se l’Uomo di Arcore – forte del salvataggio di Minzolini – riuscisse a tornare in Senato.
Coppia di fatto, i due si sosterranno vicendevolmente nelle prossime battaglie.

Scontati a questo punto gli aiutini berlusconiani e verdiniani nelle urne delle primarie a favore del Giovanotto.

Ne prendano atto quelli del No e i pentastellati. Si organizzino e agiscano di conseguenza se trovano vomitevole questo scenario ormai certo.

Vadano a votare alle primarie del Pd spalmando i voti (previa pianificazione nei meet up e presso i vecchi comitati del NO) tra Emiliano ed Orlando in modo che nessuno dei tre candidati raggiunga il 50+1 per cento.

Perderebbero tutti e la patata bollente dell’elezione del Segretario passerebbe all’Assemblea nazionale. E se ne vedrebbero delle belle.

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