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Manchester by the Sea alla Festa del Cinema

Manchester by the Sea alla Festa del Cinema

18 Ottobre 2016 0 Di Fiammetta Gorini

Manchester by the Sea, di Kenneth Lonegran, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, con un Casey Afflleck in stato di grazia.

Roma, al Festival del cinema Manchester By the sea

Struggente ed intenso. Ma anche ricco di tensione emotive e di ironia, con lievi accenni da commedia. Sono molte le sfumature del film Manchester by The Sea, diretto da Kenneth Lonegran, che torna alla regia a cinque anni dal suo controverso Margareth. Il film, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è in uscita nelle sale il 1 dicembre, dopo il successo clamoroso riscosso in patria, tanto che si parla già di diverse candidature all’Oscar.

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La trama si sviluppa intorno alla storia dei Chandler, una famiglia della classe operaia di Manchester, nel Massachusetts. Dopo la morte improvvisa del fratello maggiore Joe (Kyle Chandler), Lee (Casey Affleck) diventa il tutore legale del nipote diciassettenne Patrick (Lucas Hedges). Lee è così costretto a tornare a casa per il funerale e per le pratiche legali ed ad affrontare il tragico passato che lo separa da sua moglie Randi (Michelle Williams) e dal paese in cui è nato e cresciuto.

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Al centro del film troneggia Casey Affleck (fratello del più famoso Ben, anch’egli presente alla Festa del Cinema con The Accountant, di Gavin O’ Connor) nel ruolo di Lee, che offre una prova attoriale di grande spessore, dal ricco e coinvolgente range espressivo. Il suo personaggio inizialmente doveva essere interpretato da Matt Damon, ma per fortuna le cose sono poi andate diversamente.  La vera forza di Affleck sta nel suo sguardo ferito, nell’andatura un po’ strana, nei gesti delle mani: piccoli dettagli che contribuiscono a rendere il suo personaggio disperatamente umano e coinvolgente. Lee, dunque, lavora come custode tuttofare in alcuni condomini di Quincy, sturando scarichi e riparando elettrodomestici rotti. Fin da subito rivela un carattere aggressivo e attaccabrighe. Quando il fratello cardiopatico Joe muore, Lee scopre con sorpresa di essere stato nominato il tutore di suo nipote Patrick, di 17 anni, ruolo che però esita ad assumere. E qui un potente flashback ci conduce alle origini del dolore, all’evento tragico che in una notte ha spazzato via la sua vita precedente e la sua famiglia. Una perdita così grave e assoluta che Lee non riesce a superare, per quanto ci provi.

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Nel rapporto col nipote – il giovane e talentuoso Lucas Hedges – , fatto di scontri ma anche complicità, alla fine è Lee ad uscire sconfitto, in quanto non in grado di andare avanti, di assumere su di sé la responsabilità di un’altra persona. Ma Lee si arrende solo a metà: torna a Quincy ma resta a portata d’auto, a solo un’ora e mezza dal nipote. Manchester by the Sea è un film sulla perdita, sui rapporti familiari, sui sensi di colpa e sul perdono, un film tremendamente umano, a tratti struggente e con brevi (sorprendenti) note divertenti, valorizzato anche da una fotografia che aderisce alla storia quasi come una seconda pelle. Il freddo gelido ed il ghiaccio del presente, metafore della desolazione interiore, si contrappongono alle immagini della primavera tiepida e verde, dell’età felice prima della tragedia, in un alternarsi di flashback sapientemente distribuiti nella sceneggiatura.

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