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Marte: l’arrivo sul pianeta rosso diventa un giallo

Marte: l’arrivo sul pianeta rosso diventa un giallo

20 Ottobre 2016 0 Di Pietro Nigro

Il veicolo dell’Esa ExoMars dovrebbe essere arrivato su Marte, ma gli scienziati attendono conferme. Si teme che la sonda si sia schiantata al suolo.

Arrivo su Marte, l’Esa attende conferme

E’ un giallo l’arrivo sul pianeta Rosso del veicolo spaziale europeo ExoMars che ieri ha segnalato l’inizio della discesa su Marte e che poi non ha più dato altri segnali.

Il veicolo, che è stato realizzato in un progetto congiunto tra europei e russi, ha segnalato alla stazione spaziale madre Schiaparelli l’inizio della discesa, che avrebbe dovuto concludersi intorno alle 1830, ora italiana, sulla superficie di Marte. Ma da allora niente. Nessun ulteriore segnale, né altre comunicazioni.

Aspettiamo di capire se il veicolo sia atterrato integro o se si sia schiantato al suolo, dicono gli scienziati che controllano la missione dalla base spaziale Esa di Francoforte.

Dal veicolo sono arrivati due segnali, uno colto da un radiotelescopio in India e uno dalla stazione orbitale Esa Mars Express, durante la fase di atterraggio. Ma dopo l’atterraggio, nulla.

Insomma, il buio dello spazio siderale avvolge nel mistero la seconda parte della missione spaziale ExoMars, che fin qui era stata un vero successo.

Gli scienziati sono riusciti infatti a mandare in orbita attorno al pianeta rosso la stazione orbitante Schiaparelli, un disco di 577 kilogrammi di peso, che ha il compito di raccogliere un gran numero di informazioni scientifiche e non ultimo di elementi che aiutino a comprendere se c’è vita nello spazio.

La seconda parte del progetto, l’atterraggio di un lander sulla superficie di Marte, tiene invece l’Esa in suspence.

Un altro tentativo sempre europeo di atterraggio è fallito nel 2003, quando i britannici hanno tentato di far scendere dal veicolo spazale Mars Express il lander Beagle 2, che forse non è riuscito ad aprire i pannelli solari e non ha mai più mandato alcun segnale dopo l’atterraggio.

All’Esa sono tutti con il fiato sospeso, in attesa di capire se anche questa volta qualcosa sia andato storto.

Di sicuro, il lander Schiaparelli, staccatosi dalla stazione madre, ha mandato segnali al momento di entrare nell’atmosfera di Marte, quando ha aperto lo scudo termico necessario a difendersi dal surriscaldamento e il paracadute necessario a rallentare una caduta da 21 mila kilometri orari e atterrare dolcemente.

Dai dati raccolti i tecnici Esa hanno anche capito che i propulsori del lander, che dovevano funzionare durante l’atterraggio, sono rimasti accesi solo per pochissimo tempo.

Poi le comunicazioni del lander si sono interrotte circa 50 secondi prima dell’impatto al suolo, e da Marte non si è saputo più nulla.

Abbiamo bisogno di capire cosa è successo in quegli ultimi secondi prima dello sbarco previsto” ha ammesso David Parker, direttore di delle esplorazioni robotizzate e dei voli spaziali umani dell’Esa.

Il dubbio è che il lander possa essersi semplicemente schiantato sul suolo di Marte. Ma almeno, si consolano gli scienziati, si sono raccolti un bel po’ di dati durante la Mars orbit intrusion, l’ingresso in atmosfera e l’atterraggio. E la stazione Schiaparelli, piena di tanta tecnologia avanzata, sta sempre lì in orbita, pronta a supportare il prossimo atterraggio previsto nel 2020.

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