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Matteuccio punta al brand Sinistra, Silvio agli slogan anni 90: Meno tasse per rutti

Matteuccio punta al brand Sinistra, Silvio agli slogan anni 90: Meno tasse per rutti

12 Marzo 2017 0 Di Marino Marquardt

All’assemblea del Pd Matteo Renzi punta al brand Sinistra mentre Silvio Berlusconi propone lo stesso “Meno tasse” degli anni 90.

Matteuccio punta al brand Sinistra

Il Giovane Egoarca mente con spudorata sfrontatezza. Afferma di voler passare dall’io al noi. Missione impossibile. E lui lo sa.

Non si può alterare così, da un giorno all’altro, il patrimonio genetico personale. Occorrerebbero anni e anni di studio in laboratorio.

Matteuccio mente dunque sapendo di mentire quando parla di fronte alla genuflessa platea del Lingotto.

E mente anche quando rispolvera la parola “compagni”. Non ha la struttura culturale per esserlo.

“La natura di solito non cambia. E la natura di Renzi contiene una dose notevole di demagogia”,

è costretto ad ammettere oggi su Repubblica perfino Eugenio Scalfari, ieri renziano di ferro e oggi amletico spettatore al trivio Renzi-Bersani-Orlando, strade che portano tutte alla conquista del Nazareno.

Forte della lezioncina di qualche guru da strapazzo raccattato dalle parti de l’Unità (ricordate il brillante risultato fattogli ottenere al Referendum dallo stratega della comunicazione Jim Messina?), l’ex Capo Scout punta ora a riappropriarsi della griffe “Sinistra”.

Impresa proibitiva. Troverà di fronte il muro eretto dai vecchi “compagni”, il disco rosso di dalemiani, bersaniani e di schegge della Sinistra accampate sotto microsigle, l’aut aut dal “Campo progressista” (progetto la cui consistenza e spessore sono da verificare) di Giuliano Pisapia “O di qua o di là”.

Berlusconi lancia l’Albero della libertà

Frattanto l’Uomo di Arcore – sodale con l’ex premier in materia di garantismo funzionale a furbi e furbetti – in un fine settimana di ordinario tran tran ritorna in campo a Milano per lanciare l’Albero della libertà, ultima genialata consigliata da chissà quale imbonitore.

Dal Polo della Libertà alla Casa della Libertà, dal Popolo della Libertà all’Albero della Libertà.

Una continua evocazione della Libertà quasi che l’Italia fosse un Paese di oppressi e oppressori.

E’ la solità simbologia linguistica da offrire in pasto ai soliti gonzi e a quanti intendono questa parola come sganciamento dai lacci e lacciuoli delle leggi.

Silvio a Milano, davanti a una platea di quattrocento giovani, odora il Pd, va in calore all’idea delle larghe intese. Tifa Renzi.

E annuncia il programma di Forza Italia: meno tasse per tutti, meno Europa, seconda moneta nazionale ed altre amenità. Roba da anni ’90, insomma.

Inutile dire che anche il Pregiudicato Miliardario veda in Beppe Grillo e nei suoi uomini il maggior pericolo per il Paese. Considerando chi enuncia il teorema, è un’altra medaglia per i pentastellati.

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