La Russia accusa l’Italia di fornire mine antiuomo a Kiev, il ministro Crosetto: “Falso ed infondato”
10 Gennaio 2023Il ministero della Difesa smentisce le accuse del Cremlino. L’Italia ufficialmente “tagliata fuori” dalla lista di papabili negoziatori. La tregua del Natale ortodosso, mediata dalla Turchia, si rivela un flop per il restio ucraino.
Scontro tra Russia ed Italia sulle mine antiuomo quali armi accusate di essere impiegate in Ucraina. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un’intervista rilasciata mercoledì ha infatti accusato Roma di rifornire Kiev. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha smentito parlando di “dichiarazioni false ed infondate”. Per il Cremlino l’Italia si trova al di fuori dei papabili Paesi mediatori e la tregua ortodossa fallisce.
Russia: “Fornite mine antiuomo a Kiev”, il ministro Crosetto nega
“Tuttavia, troviamo strano sentire proposte di mediazione da parte dei paesi che fin dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina hanno assunto una posizione anti-russa inequivocabile e molto aggressiva, non solo sostenendo il sanguinario regime di Kiev, ma anche fornendo con una sostanziale assistenza militare e tecnico-militare e pompando intenzionalmente armi all’avanguardia in Ucraina” ha detto Zakharova, oramai voce indiscussa del Cremlino, ai media nazionali commentando la posizione dell’Italia riguardo al conflitto in corso.
“Insieme a un’ampia gamma di armi e attrezzature militari, l’Italia rifornisce Kiev anche di mine antiuomo” ha sottolineato. Queste parole non sono tardate alle orecchie delle Istituzioni italiane, ovvero del Governo Meloni, scatenando un terremoto.
Il ministero della Difesa risponde alle accuse
Non sono quindi mancate repliche alle accuse mosse dal Cremlino. Il ministero della Difesa guidato da Guido Crosetto, che nei giorni scorsi ha incontrato i militari italiani in forza alla Nato presso le basi in Romania ed Ungheria, ha twittato parlando di accuse false ed infondate.
“Completamente false, infondate e gravemente denigratorie. L’Italia non produce e non fornisce ad alcun Paese mine antiuomo”, così il Min @GuidoCrosetto in riferimento alle dichiarazioni del Portavoce Min Esteri russo, Zakharova, secondo cui 🇮🇹 avrebbe fornito mine antiuomo a 🇺🇦
— Ministero Difesa (@MinisteroDifesa) January 5, 2023
Cos’è la Convenzione di Ottawa e cosa prevede
“L’Italia ha firmato il Trattato di Messa al Bando delle Mine antiuomo (Trattato di Ottawa) il 23 dicembre 1997 ed è divenuta Stato parte del Trattato stesso il I Ottobre 1999. L’Italia non produce mine antiuomo e non le fornisce a nessun Paese al Mondo, Ucraina compresa” si legge nel comunicato diffuso dal dicastero.
Intatti l’Italia è uno dei firmatari della Convenzione di Ottawa che vieta vieta l’uso, la detenzione, la produzione e il trasferimento di mine antipersona e impone la distruzione degli stock esistenti nonché l’assistenza alle vittime del loro uso. Paesi come Usa, Cina e Russia invece figurano tra coloro che non hanno firmato tale trattato.
A spingere verso tale scelta 164 Paesi del mondo il pericolo rappresentato da tali armi, in quanto esse non differenziano per via della loro peculiarità tecniche tra civili e combattenti. Motivo per il quale si è scelto un bando.
Rifornimenti italiani agli ucraini segreti
Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia non ha reso note le armi e gli approvvigionamenti militari a Kiev, in quanto coperti da segreto di Stato. L’unico dettaglio conosciuto, sui Decreti approvati, è che tali aiuti sono corrisposti agli ucraini a “titolo non oneroso”. Il motivo è dettato dalla “sicurezza“, ovvero evitare che gli aggressori russi possano venire a conoscenza delle tipologie e quantità. Tale scelta tuttavia ha sollevato critiche riguardo la trasparenza e il diritto all’informazione.
Italia “tagliata fuori” tra i possibili mediatori
“Ovviamente, per quanto riguarda la posizione di parte assunta dall’Italia, non possiamo vederla né come ‘un onesto mediatore’ né come possibile garante del processo di pace“, ha aggiunto Zakharova. Infatti “molti paesi si impegnano a partecipare alla risoluzione della crisi ucraina, e alcuni ci offrono persino apertamente i loro servizi di mediazione” ha proseguito elencando alcuni di essi.
“Ne hanno parlato Papa Francesco, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente turco Tayyip Erdogan e altri capi di Stato e di governo, politici e personaggi pubblici. Alcuni sono sinceri nel farlo, ma altri sono motivati dal loro interesse personale, cercando di inserirsi nel processo di negoziazione per i benefici della politica estera“.
A influire su tali dichiarazioni probabilmente anche il sostegno italiano ribadito dalla premier Meloni alcuni giorni fa, all’indomani della consegna dei missili Patriot agli ucraini da parte degli States.
Flop della tregua del Natale ortodosso
Pertanto, come già illustrato, Paesi come Vaticano, Francia e Turchia guadagnano “terreno” sugli eventuali negoziati. Quest’ultimo, nelle scorse ore, ha avvallato una tregua. Il presidente russo Vladimir Putin ha proposto un cessate il fuoco temporaneo in vista del Natale ortodosso, festività comune a russi ed ucraini. Offerta rigettata dall’omologo ucraino Volodymyr Zelensky che l’ha interpretata come un tentativo del nemico per riorganizzare le forze militari e riprendersi dalle sconfitte. Della stessa opinione anche gli Usa e sul fronte non sono mancati nuovi combattimenti.