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Salone del libro: da arena culturale a salottino elettorale

Salone del libro: da arena culturale a salottino elettorale

11 Maggio 2019 0 Di Claudia Svampa

Il Salone del Libro, di cui tanto si è parlato in questi giorni, non sembra invaso da folle di visitatori e si è ridotto a salottino elettorale.

Da Salone del Libro a Salottino elettorale

Considerando la piazza vuota di Matteo Salvini qualche giorno fa, e la marea di persone che stanno entrando al Salone del libro, la mia Torino sta indicando, per l’ennesima volta, la direzione da prendere per sovranisti, leghisti e/o neofascisti. Fuori e pure in fretta!“.

Eccolo uno dei tanti tweet di oggi, quello di Mauro Berruto, direttore tecnico della Nazionale italiana tiro con l’arco, che annegano la cultura editoriale, e forse anche quella sportiva, nella lotta politica spammata negli hashtag in rete.

Dopo la cacciata dell’editore Altafonte, quello del contestato libro intervista a Matteo Salvini. Dopo le minacce all’editore Historica-Giubilei Regnani. Dopo il défilé del sindaco di Torino Chiara Appendino in chador e abito etnico tra gli stand del Salone. “Fuori e pure in fretta”, come dice Berruto, quanta democrazia illuminata contenuta in un monito. Quanta cultura, quanto pluralismo. E anche quanta falsità.

Perché non é neanche vero che il Salone del libro di Torino 2019 risponda con l’afflusso di visitatori a questa campagna politica sbilanciata a sinistra che si é lasciato cucire addosso.

Non fino a tutto sabato mattina, almeno. Quando tutta questa folla oceanica non c’è stata per niente. Le sbandierate code anche ai varchi stampa, tantomeno.

Ed é un peccato, se non una tragedia, che il prestigioso Salone del libro di Torino, fiore all’occhiello della cultura editoriale italiana e ambito spazio internazionale, a due settimane dalle elezioni europee, sia diventato il campo da gioco di una campagna elettorale brutale e sleale.

I soliti Saviano, Murgia, i caffè letterari con i racconti di migranti raccolti sulle navi delle Ong, le arene su accoglienza, respingimenti e protezione internazionale, le lezioni sul fascismo di ritorno, non oscurano – nonostante Twitter, Instagram, Facebook, le più potenti macchine mediatiche in auge – il sorprendente successo editoriale della giornalista Chiara Giannini con il suo “Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio” al primo posto nelle vendite dei bookstore on line, nonostante i cento librai Feltrinelli ne avessero chiesto, senza successo, il ritiro dagli scaffali.

Il successo del Salone del Libro di Torino, ad oggi, é tutto qui: in un’opinione pubblica che si spinge a testimoniare, con gli “acquisti solidali” a case editrici o autori messi alla porta o additati come fascisti, sovranisti o leghisti, che in tempo di democrazia la caccia alle streghe non é sdoganata. Che il diritto di parola é un diritto di tutti. Che un bel Salone del libro sarebbe stato assai più progressista di un brutto salottino elettorale.

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