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Terrorismo, ucciso in Italia l’attentatore di Berlino

Terrorismo, ucciso in Italia l’attentatore di Berlino

23 Dicembre 2016 0 Di Redazione In24

Terrorismo, intercettato ed ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia italiana questa notte l’uomo responsabile della strage al mercatino di Natale a Berlino.

La vita di Anis Amri, il tunisino di 24 anni ritenuto responsabile della strage al mercatino di Natale di Berlino che ha riportato il terrorismo al centro delle preoccupazioni dell’Europa, è finita la scorsa notte davanti alla stazione degli autobus di Sesto San Giovanni, a nord di Milano.

Dopo aver diretto il tir sulla folla, uccidendo 12 persone e ferendone 48, l’uomo si è dato alla fuga facendo perdere le sue tracce. In pochi giorni è arrivato prima in Francia e di qui, in treno, alla stazione centrale di Milano, da cui poi si è diretto in autobus a Sesto San Giovanni.

La morte dell’uomo è stata riconosciuta dal gruppo militante dello Stato islamico attraverso la sua agenzia di stampa Amaq:

L’esecutore dell’attacco a Berlino ha effettuato un altro attacco contro la polizia italiana a Milano ed è stato ucciso in uno scontro a fuoco.

In realtà, l’uomo è stato fermato dagli agenti per il suo comportamento un po’ anomalo.

La scorsa notte, intorno alle 3, con il suo comportamento strano, ha attirato l’attenzione di una pattuglia della polizia che lo ha fermato e gli ha chiesto i documenti. L’uomo, che non aveva, ha dichiarato di essere arrivato dalla Calabria. E quando gli agenti gli hanno chiesto di svuotare le tasche e lo zainetto che aveva con sé, Amri ha tirato fuori prima un succo di frutta e poi ha estratto una pistola e ha sparato gridando invettive agli agenti. Ne ha ferito uno alla spalla, poi è scappato, ma l’altro, un agente in prova al commissariato di Sesto, ha reagito sparando uno o due colpi e alla fine uccidendolo.

Solo i successivi accertamenti hanno pian piano portato gli agenti a capire che avevano appena intercettato l’uomo più ricercato d’Europa, il giovane criminale tunisino, arrestato varie volte sia in Tunisia che in Italia, che pochi giorni fa, con un tir che aveva appena effettuato una consegna proprio nell’hinterland milanese, ha commesso la strage di Berlino.

Il giovane tunisino non aveva documenti, ma aveva con sé, oltre alla pistola, anche un coltello ed un cellulare, nonché alcune centinaia di euro e il biglietto del treno con cui è arrivato dalla Francia.

La sua storia inizia in ambito criminale, perché prima di radicalizzarsi ed aderire al terrorismo islamista è stato arrestato in Tunisia prima, e poi in Italia, dove è arrivato ed è stato ospite in una comunità di accoglienza per minori. E’ stato anche condannato per vandalismo, furto e danneggiamenti. Poi, dopo la detenzione, è stato espulso dall’Italia ma la Tunisia non lo ha voluto accettare er mancanza di documenti. Di certo ha frequentato la moschea di viale Jenner, a Milano, che è considerato uno dei massimi avamposti del terrorismo islamista in Europa.

Proprio da Milano, dove ha effettuato una consegna, è partito il tir polacco che Amri ha utilizzato per recarsi a Berlino e condurre a termine il suo folle gesto terroristico, lanciare il pesante mezzo sulla folla presente l’altra sera nel mercatino di Natale al centro di Berlino.

In realtà, dopo la strage, e dopo i primi arresti effettuati dalla polizia tedesca di sospetti poi rivelatisi innocenti, era arrivata ua soffiata che indicava la possibile presenza dell’uomo proprio a Milano.

In precedenza, la polizia di Berlino ha accertato che l’uomo ha chiesto ma non ottenuto l’asilo in Germania, proprio perché considerato un individuo pericoloso. Di recente lo ha individuato in una fotografia scattada da un apparecchio nei pressi della moschea del quartiere di Moabit a Berlino, martedì scorso.

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